Prisco: «Non ho mai temuto l’addio di Progetto Perugia»

Il sottosegretario di FdI: «Logico continuare insieme, dopo la rivoluzione del 2014. Ora la città parla con la politica»

Emanuele Prisco
di Luca Benedetti
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Martedì 30 Gennaio 2024, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 09:03

Nel giorno di San Costanzo la tradizionale distribuzione del torcolo porta tanta politica sotto palazzo dei Priori. Certo, il sindaco Andrea Romizi in fascia tricolor. Avvistato il vice sindaco Gianluca Tuteri, gli assessori Gabriele Giottoli, Luca Merli, Edi Cicchi e Leonardo Varasano. Ma anche il presidente dell’assemblea legislativa, Marco Squarta (Fdi). E il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco.
Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia non si sottrae a un commento, dopo il ritorno di Progetto Perugia nell’alveo della coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Margherita Scoccia (FdI).
«Abbiamo fatto un percorso insieme-spiega Prisco- il matrimonio non poteva certo essere rovinato. Onestamente non ho mai temuto che uscissero». L’intesa, secondo Prisco, ha una base logica che suona così: «Ha prevalso il senso della comunità. Siamo una squadra che ha fatto una grande, piccola rivoluzione dal 2014 e che si è stabilizzata con il secondo mandato. Non c’era un motivo reale per non continuare insieme quel percorso. Progetto Perugia è una delle colonne di questa piccola, grande storia. Perugia, con quella rivoluzione, ha fatto da modello in molte parti d’Italia, abbiamo dimostrato la capacità di essere inclusivi, abbiamo avuto la capacità di saper riallacciare la politica con la società civile della città, senza chiedere a nessuno quale tessera di partivo avesse in tasca, ma solo quello che poteva fare di buono per Perugia. In questo c’è anche un gran merito del sindaco Romizi. Siamo riusciti a riaprire le porte del palazzo, c’è stata e c’è fiducia tra cittadini e amministrazione comunale, non c’era motivo interrompere quell’intesa. Avrei fatto fatica a capire il contrario. Ha prevalso il senso di squadra su qualche divergenza che ci può essere stata sull’approccio alle cose, ma non siamo una caserma, si possono avere idee diverse. E non dimentichiamo anche l’aspetto dei rapporti umani da cui è partita la nostra avventura. Lo dico prima da cittadino e poi da rappresentante politico».
Invitato a guardare al campo avversario e alla candidatura Ferdinandi, Prisco dribbla con stile: «Non la conosco personalmente. Conosco i progetti che ha messo in atto e ne ho il massimo rispetto. Noi abbiamo da raccontare questi dieci anni e anche i prossimi dieci. Lo stile è stato sempre quello: non cercare i difetti degli avversari, ma mostrare quello che possiamo fare per la città». E poi una battuta sulla sfida in rosa: «La cosa positiva che si deve a centrodestra e civici e è che hanno finalmente imposto un cambio di prospettiva su una candidatura femminile che Perugia aspettava da tanto tempo. Bene che anche il centrosinistra ci segua su questa strada, l’importante è che le persone siano capaci ad amministrare la città e Margherita la ritengo molto capace».

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