«Poco personale, nemmeno il tempo di leggere una mail». Uffici giudiziari in affanno e carceri «a rischio esplosione»: gli avvocati scioperano 3 giorni

Il tribunale penale di Perugia
di Egle Priolo
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Martedì 19 Dicembre 2023, 06:30

PERUGIA - Tre giorni di sciopero. Per protestare contro le carenze di organico negli uffici giudiziari, per evidenziare le difficoltà di chi in Umbria si occupa dell'esecuzione delle pene. Per avere il diritto di difendere al meglio i propri assistiti, soprattutto se gravati da misure cautelari.
È per tutto questo che gli avvocati della Camera penale di Perugia hanno proclamato un'astensione dal lavoro da mercoledì 19 a venerdì 22 dicembre, lanciando un «grido d'allarme» sulla situazione degli uffici che si occupano dell'esecuzione penale. Il presidente della Camera penale Marco Angelini a nome dei colleghi ha evidenziato la mancanza di magistrati ma soprattutto di personale amministrativo in questi uffici, sostenendo carenze anche della metà del personale necessario, sia a Perugia che a Spoleto - che ha competenza sul carcere locale e su quello di Terni, con detenuti sottoposti ad alta sicurezza – che a Orvieto. 

La Camera penale ha stabilito, inoltre, che l'astensione riguarderà «tutte le sedi giudiziarie con l'eccezione del Tribunale di sorveglianza non volendo, neanche indirettamente, incidere sulla già critica situazione in cui versa». Un ufficio, nonostante l'impegno e la determinazione dimostrata dal suo presidente e dagli altri magistrati, già in sofferenza e finito suo malgrado nell'occhio del ciclone per la vicenda di Ernesto Anastasio, balzato agli oneri delle cronache come «giudice-poeta» per aver accumulato quasi 900 fascicoli di arretrato, prediligendo i sonetti al codice e per questo sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Consiglio superiore della magistratura. Una storia – relativa a un tribunale che si occupa soprattutto di concessione e revoca delle misure o pene alternative alla detenzione in carcere – che ha dato in qualche modo spunto alla protesta, che serpeggia ormai da mesi. 
Il presidente Angelini, nella conferenza di proclamazione dello sciopero, ha sottolineato «l'impegno del presidente del tribunale di sorveglianza e dei vertici giudiziari in Umbria» ma anche la «disattenzione del Csm e del ministero sul settore dell'esecuzione penale». Per questo i penalisti hanno avviato una interlocuzione con i rappresentanti istituzionali umbri. «Nell'ufficio di Spoleto - ha detto ancora Angelini - c'è il rischio concreto che a causa della carenza di personale amministrativo non vengano nemmeno aperte le mail». «Relative a istanze complesse di detenuti sottoposti ad alta sicurezza», ha rilevato il segretario della Camera penale Alberto Catalano. «Non possiamo più accettare - ha aggiunto - risposte che non siano in tempi ragionevoli. Chiediamo da anni l'implementazione degli organici e ora siamo al rischio implosione».
«Far funzionare questo settore - ha rilevato ancora Angelini - serve a mantenere la pace nelle carceri.

Non accettiamo più che di questo problema si sia consapevoli e basta. Va risolto». «La nostra astensione non è contro qualcuno ma per dare un contributo. Una decisione molto sofferta e meditata», ha spiegato l'avvocatessa Carla Ragna, del direttivo della Camera penale. Collegato da remoto, il senatore del Pd Walter Verini parlando poi della delibera con la quale è stata proclamata l'astensione l'ha definita «un manifesto di buona giustizia e di garantismo». Il responsabile per la giustizia di Fratelli d'Italia in Umbria, l'avvocato Michele Nannarone, ha sottolineato che le questioni umbre «sono state portate all'attenzione del sottosegretario Andrea Delmastro». «C'è l'impegno - ha aggiunto - a dare ulteriore voce all'appello della Camera penale di Perugia perché ci siano soluzioni nell'immediato. Non solo con l'applicazione di un magistrato ma con l'implementazione dell'organico amministrativo».

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