Marijuana al posto del basilico:
pizzaiolo ha messo su una fabbrica di droga

Marijuana al posto del basilico: pizzaiolo ha messo su una fabbrica di droga
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Martedì 10 Marzo 2015, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 21:27
PERUGIA - Impasti alla marijuana. E hashish. Nel senso di un pizzaiolo che tra una boscaiola e una margherita ha messo su una fabbrica di droga, diventando boss del traffico di "fumo" in centro storico.



I carabinieri di Perugia hanno arrestato un insospettabile pizzaiolo di Ponte San Giovanni che aveva trasformato la propria abitazione in un laboratorio di coltivazione e produzione di droga.

Da diversi giorni i militari erano sulle tracce del produttore-spacciatore che, grazie a una serie di cautele, rimanendo in ombra e mantenendo un profilo basso, era riuscito ad acquisire il monopolio della produzione di canapa indica e hashish nel centro storico.



I carabinieri della particolare cellula operativa antidroga hanno dovuto fare ricorso all’esame comparato dei consumi idrici ed energetici di alcune abitazione del centro storico che, per ampiezza e destinazione d’uso, presentavano consumi straordinariamente eccessivi.



Così sono giunti a G.T., 35enne campano, incensurato, sorpreso mentre annaffiava, all’interno di una serra che si era creato in una abitazione del centro storico, dieci arbusti di canapa indica, in avanzato stato di crescita. Nel corso della perquisizione domiciliare è stato rinvenuto inoltre un panetto hashish di quasi duecento grammi dal quale, una volta immesso sul mercato, si sarebbe potuto ricavare almeno duecento pezzi nonché, all’interno di una cella frigorifero, tre grosse buste piene di marijuana, già essiccata e pronta per essere distribuita ai frequentatori della movida perugina.



Sono stati inoltre rinvenuti numerosi materiali utilizzati per il confezionamento della droga e 1.300,00 euro in banconote di vario taglio verosimilmente provento dell’attività delittuosa. Fatta irruzione nell’abitazione, che si trova in piazza Grimana, nelle immediate vicinanze dell’Università per Stranieri, i carabinieri del Nucleo investigativo sono rimasti particolarmente sorpresi dalla professionalità evidenziata dal pizzaiolo; costui, infatti, aveva predisposto una vera e propria raffineria, un laboratorio ad hoc per la coltivazione della droga, munito di un sofisticato sistema di aereazione e di irrigazione delle piante, con diverse tipologie di concimi e fertilizzanti; addirittura, in una sorta di tendone, avvolto in carta cellophane, era stato creato un complesso meccanismo di diffusione di calore e luce per amplificare la crescita e la fluorescenza degli arbusti.
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