Dopo l'esordio ingenuo di Baldelli, delegato dell'Ateneo incaricato a discutere con i volponi dell'ente pagatore (Regione e Azienda ospedaliera) e il necessario pronto intervento del rettore Moriconi per spiegare crudo al direttore generale Orlandi e alla presidente Marini la necessità di un accordo con l'Università, il weekend ha portato consiglio.
Per dimostrare la volontà di proseguire a tutte le nomine della sanità ospedaliera e universitaria (malattie infettive a Terni va Francisci al posto di Frongillo e Dermatologia a Perugia dove esce Lisi per Stingemi, tanto per dire) pare sia stata trovata una terza via utile a curare l'ulcera dell'ospedale un tempo chiamato Silvestrini. Il Maalox ha il perimetro della terza ipotesi: non più il tandem Fiorucci (universitario) e Clerici (ospedaliero), come desiderava il candido Baldelli, non più il superchirurgo Noja da solo a capo di tutto il reparto.
La terza via era stata già pronunciata dal rettore prima della discesa in trincea e sta bene anche a Orlandi perché vuole Bassotti (universitario) e Clerici (ospedaliero). La novità è cavillosa, ma utile: oltre ai due prescelti, una terza figura tutta universitaria trasversale alle due.
Il suo nome è misterioso (e neanche decisivo), ma l'accordo potrebbe sganciare lo stallo gastrico dalla sua buffa misura, calmare i nervosismi dei Mazarino e far ripartire la trattativa sulla convenzione tra Università e Regione salvandola bruciore di stomaco e dal ridicolo.
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