Si muove, tardi, l'Ati 2 con poche righe di comunicato quasi all'ora di cena di venerdì. L'invito è ai cittadini di usare al meglio il contenitore del compostaggio domestico e gli altri a limitare il conferimento nei cassonetti stradali. Eppure l'emergenza, come riportato su queste colonne, è scattata il 6 dicembre. Ma da quel momento solo silenzi, riunioni, telefoni roventi e imbarazzi per l'impianto di Pietramelina bloccato da una diffida della Regione dopo il blitz di Forestale e Arpa.
C'è anche chi racconta di aver ricevuto l'sms di Gesenu che ricorda come i pannolini, i pannoloni ma anche le traverse vanno smaltite del residuo secco e non nell'umido. Ma chi lo sapeva? Basta fare un giro in città e sui cassonetti dell'umido c'è in bella mostra che i pannolini vanno lì dentro. Cioè il caos informativo.
Perché i pannolini e i pannoloni sono un problema? Perché sporcano la frazione organica umida che deve passare nell'impianto di compostaggio che in quel modo rende di meno. Come ha certificato sia l'inchiesta della Direzione distrettale antimafia, che la diffida della Regione a Gesenu. Bastia pensare che sui 24 Comuni dell'Ati 2 solo due (Bastia e Corciano) hanno la raccolta con cassonetti dedicati a pannoloni e pannolini. Perugia non si muove, sms a parte, perché avrebbe un piano nel cassetto che con i cassonetti dedicati ai pannoloni ci sarebbe un'impennata dei costi difficile da fra digerire.
La frazione organica umida che verrà portata fuori regione, passerà al compostaggio dell'ex discarica delle Strillaie di Grosseto (l'impianto è gestito da Futura Srl) solo per oggi e solo per due camion, cioè circa sessanta tonnellate. Il resto va a Verona (ma c' è il vincolo della qualità dell'umido che arriva dall'Umbria). E altre soluzioni tampone verranno cercate lunedì. Anche se gli esperti rassicurano che da venerdì l'impianto tornerà a funzionare.
Intano il Movimento 5 Stelle con Cristina Rosetti picchia forte e fa scattare una diffida per lo stop al conferimento dell'umido a Pietramelina. Rosetti rimette in fila date, numeri, quantità di rifiuti per disegnare uno scenario kafkiano con l'affondo che suona così: «Che hanno fatto i sindaci per tutelare i cittadini? Nulla». Ecco perché parte la diffida ad Ati 2 e Comune di Perugia affinché i costi della pesante situazione impiantistica non si ripercuota, con un aumento dei costi, sulle tasche dei contribuenti.
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