PERUGIA - A distanza di un anno dalla chiusura della pineta di Ponte Felcino, scattata proprio il 12 ottobre con l’ordinanza sindacale 1268 che stabiliva l’interdizione dell’area causa «pericolo per la pubblica incolumità», i cittadini tornano ad alzare la voce. Chiedono «di restituire la pineta in tempi brevi». Un appello rivolto al Comune che, da parte sua, lavora per avviare gli annunciati studi sulle piante. L’avvio è previsto per novembre. Solo dopo la relazione degli esperti si saprà bene come procedere, cioè quanti pini dovranno essere abbattuti e quali piante mettere a dimora al loro posto. Visto l’allungarsi dei tempi, le associazioni ambientaliste tornano però alla carica. Tramite la piattaforma Change.org, il gruppo Ginkgo Biloba guidato da Alvaro Lanfaloni ha lanciato una petizione, che ieri contava un centinaio di firme a supporto. Dalla chiusura «si è solo abbattuto qualche pino e la pineta continua ad essere chiusa». L’associazione chiede «che si portino avanti in breve tempo le cure dovute». Nel testo della petizione viene anche toccato il delicato tema delle specie arboree. Per Ginkgo Biloba la pineta «deve rimanere con le piante di pino domestico e non sostituita, come si teme».
Rispondendo alle domande del Messaggero, l’assessore all’Ambiente Otello Numerini ha fatto il quadro della situazione.
LA NOVITA' A proposito di ambiente, Comune ed associazionismo: è nata la Consulta del verde. La giunta ha dato l’ok per l’istituzione e il regolamento. Ora l’atto passerà per i lavori di commissione e consiglio comunale per l’approvazione definitiva. La Consulta è «un tassello grazie al quale sarà favorito il confronto con i cittadini e la partecipazione consentendo all’Amministrazione di confrontarsi sui temi dello sviluppo e della tutela del verde».