Sanitopoli, tutti a processo
per le carriere alla Asl

Sanitopoli, tutti a processo per le carriere alla Asl
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Luglio 2013, 21:42 - Ultimo aggiornamento: 23:29
PERUGIA - Quattro ore di camera di consiglio e, dopo pi di due anni dalla conclusione delle indagini, Sanitopoli arriva ad una svolta.

Una delle inchieste più rumorose dell’Umbria, tre filoni distinti e tre percorsi diversi, vede aprirsi le porte del processo per l’ex presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti e altre nove persone, coinvolte in quelle due delibere della giunta regionale del 2009 che per la procura sono state “aggiustate” per volontà personali.

Falso e abuso d’ufficio le accuse mosse dai sostituti procuratori Mario Formisano e Massimo Casucci, che il giudice Carla Maria Giangamboni ha trasformato in rinvii a giudizio. Insieme all’ex governatrice, andranno a processo l’ex assessore alla sanità Maurizio Rosi, l’ex direttore della sanità Paolo Di Loreto, l’ex direttore generale della Asl 3, Gigliola Rosignoli, l’ex capo di gabinetto della giunta Lorenzetti, Sandra Santoni, e altri dirigenti e segretari regionali coinvolti: Franco Biti, Francesco Ciurnella, Giuliano Comparozzi, Luca Conti e Giancarlo Rellini. Prosciolti l’ex vicepresidente della giunta regionale Carlo Liviantoni e la dipendente regionale Ivana Ranocchia. L’attesa, quindi, adesso è per il prossimo 11 dicembre, quando i dieci imputati si presenteranno davanti al tribunale collegiale di Perugia, mentre escono dal processo Liviantoni e Ranocchia (difesi rispettivamente dagli avvocati David Brunelli e Rita Urbani).

Davanti ai giudici, Lorenzetti e gli altri, che si sono sempre detti innocenti, dovranno spiegare l’iter di quelle due delibere della giunta regionale per l’assunzione di personale (su cui hanno indagato i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Perugia), che, secondo le accuse, sarebbero state manomesse. Addirittura chiudendo i provvedimenti prima ancora di fare l’istruttoria. «In pratica, hanno deliberato sul nulla», hanno detto i pm. Che dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee di alcuni indagati, hanno ribadito come le ipotesi di reato restino anche in presenza di buona fede. Atti passati alle cronache come “delibere Santoni”, anche se l’assunzione dell’ex braccio destro della Lorenzetti alla Asl 3 passò per altre vie.

La procura (insieme a Formisano e Casucci è titolare del fascicolo anche il procuratore capo Giacomo Fumu) ha scisso in tre filoni la mega inchiesta sui favori: questa allora va a processo, mentre per la vicenda Webred è stata chiesta l’archiviazione e la questione municipalizzate di Foligno avanza silenziosa ma viva.

Gli imputati, intanto, difesi dagli avvocati Nicola Di Mario, Giovanni Dean e Valeriano Tascini, si sono sempre detti innocenti. A partire proprio dall’ex governatrice Maria Rita Lorenzetti (oggi presidente di Italferr, società di ingegnera del gruppo Ferrovie dello Stato) che all’Ansa ha ribadito la sua «totale estraneità» alle accuse contestate. Ha ribadito infatti la «legittimità di tutte le delibere in tema non solo di sanità» da parte della sua giunta tramite il suo difensore, l’avvocato Luciano Ghirga.



La difesa. «Il completo e ben articolato svolgimento dell'udienza preliminare - ha sottolineato l’avvocato Ghirga - aveva creato favorevoli prospettive in tutti gli imputati. Il gup, al contrario, ha ritenuto assolutamente indispensabile la verifica dibattimentale anche per la dottoressa Lorenzetti. Anche per l’abuso d’ufficio, reato da sempre radicalmente contestato dall’ex presidente della Regione. Con immutata convinzione e fiducia riproporremo davanti al tribunale di Perugia la tesi della totale estraneità di Maria Rita Lorenzetti rispetto a tutti i fatti contestati». «Certi della liceità dei suoi comportamenti - ha concluso l’avvocato Ghirga - e della legittimità di tutte le delibere, in tema non solo di sanità, della giunta regionale da lei guidata».


© RIPRODUZIONE RISERVATA