Caos tribunali, gli avvocati:
«Chi lo paga il doppio trasloco?»

Caos tribunali, gli avvocati: «Chi lo paga il doppio trasloco?»
di Egle Priolo
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Mercoledì 11 Settembre 2013, 21:58 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 09:41
PERUGIA - Le sedi distaccate dei tribunali soppresse e chiuse, nonostante l’offerta dei sindaci a tenerle in vita. Le udienze civili nella sede degli archivi comunali a Balanzano, nonostante il no degli avvocati.

La Commissione manutenzione presieduta dal presidente della Corte d’appello chiude a qualsiasi alternativa: i quattro locali su due piani a Balanzano vanno bene, puliti, a norma e sicuri. Una soluzione temporanea o forse no, visti i ritardi dell’incastro a effetto domino che voleva il tribunale civile in piazza Matteotti al posto degli uffici notifiche esecuzioni e protesti, che si sarebbero trasferiti in via Baglioni nella sede del giudice di pace, che avrebbe traslocato in via Angeloni. Logistica e fondi mancanti causano il ritardo e il presidente del Tribunale, Aldo Criscuolo, fa spuntare il coniglio di Balanzano. Che gli avvocati non digeriscono. «Non revoco un bel niente - dice Criscuolo -. Gli avvocati perseguono fini politici, io seguo la legge». «Due mesi fa aveva pensato alla proroga per evitare il doppio trasferimento, poi il passo indietro e la pappa, che non ci piace, manco è pronta», dicono gli avvocati. Che oggi decidono sul ricorso.



«Non revoco un bel niente». Così ieri Aldo Criscuolo, il presidente del tribunale di Perugia, ha freddato l’Ordine degli avvocati di Perugia e ha difeso il decreto sulle udienze civili delle sezioni distaccate soppresse (Città di Castello, Foligno, Assisi, Gubbio e Todi) da tenere in quella che ormai gli avvocati chiamano, poco affettuosamente, la «mega sezione distaccata di Balanzano».

«Non revoco nulla - insiste con la consueta schiettezza il presidente Criscuolo - perché io ho seguito quello che ci richiedeva la legge. Ritenevo di aver tolto le castagne dal fuoco con la scelta di Balanzano, invece sono tutti scontenti. Se c’erano alternative? No». Soprattutto dopo che l’incastro degli uffici tra centro e stazione non è ancora fattibile. «Un effetto domino che non ha funzionato», commenta Criscuolo.

Dispiaciuto per le critiche degli avvocati, ma determinato a seguire la sua strada. «Per stabilire gli incastri di ruoli e fascicoli ci abbiamo messo tutta l’estate - racconta - e la soluzione di Balanzano ci è apparsa perfetta. Potevamo avere una saletta stampa in piazza Matteotti, ma mica ci entravano novemila fascicoli. E invece gli archivi comunali, con quattro vani su due piani, uno per la cancelleria e tre per le aule, è la migliore soluzione possibile. Quindi vado avanti. Perché gli avvocati perseguono un fine politico e io uno giudiziario: la legge impone gli accorpamenti e noi lo stiamo facendo».

«Se siamo pronti per il 13 - chiude il presidente del tribunale -? Per il penale sì, abbiamo fatto i salti mortali. Ma ora ci serve personale. Siamo sotto di venti unità e ne arriveranno al massimo cinque. Abbiamo bisogno di addetti. È questo il problema reale».



«Siamo indignati». Un problema, però, che non basta a comprendere la rabbia degli avvocati. Anzi, no. L’indignazione, per dirla con il loro presidente, Carlo Orlando. Che ieri ha spiegato come è nato il grande pasticcio di Balanzano, «una pezza su altre pezze». «Noi non siamo contrari alla riforma delle sedi giudiziarie - ha ribadito più volte -, ma non comprendiamo fino in fondo cosa ha portato il presidente Criscuolo a pensare, a luglio, a una proroga dell’attuazione della riforma, concessa a 42 sezioni messe anche meglio delle nostre, per poi fare un passo indietro e decidere, il 2 settembre, che il civile si trasferisse in un capannone. Quindi non solo ci hanno proposto una pappa che non ci piace, ma neanche è pronta, visto che gli stessi tecnici del Comune parlano di tempo dei lavori che più che disagi creerà blocchi inimmaginabili».

Perché sembra che per trasferire tutti i pacchi del penale si finirà la prossima settimana. Poi inizierà il trasferimento del civile. «Senza contare il tempo che ci vorrà per rendere operativi le cancellerie e gli uffici - insiste Orlando -, mica basta portare i faldoni. Tra l’altro, sui novemila fascicoli lavoreranno solo quattro persone, dopo le richieste di trasferimento: una situazione che porterà ben più che disagi. E le udienze già sono state rinviate».

Anche per gli avvocati il problema è la mancanza di personale, infatti, «dopo che sono scappate 22 pecorelle, quando noi speravamo che con la riforma sarebbero arrivati almeno rinforzi negli uffici». È un fiume in piena, Orlando, quando poi si mette a fare di conto. E a ragionare sui costi dei trasferimenti «se è vero, come speriamo, che Balanzano sia solo una soluzione provvisoria. Quando saranno pronti gli uffici a Perugia, che si fa? Riportiamo tutto qui e ricominciamo con i ritardi?». Intanto stamattina, giovedì, l'assemblea straordinaria degli iscritti deciderà come proseguire la mobilitazione, compreso l'eventuale ricorso al Tar.



CASUCCI (ANM): «GLI UFFICI PICCOLI NON FUNZIONANO, MA ORA SI ACCENTRI»

«Ci siamo sempre detti favorevoli all’accorpamento, ma dopo si pensi all’accentramento e soprattutto a spazi adeguati». Con garbo ma con determinazione, è questa la ricetta del segretario della sezione umbra dell’Associazione nazionale magistrati, Massimo Casucci. «L’Anm da anni si dice favorevole a questa riforma - spiega - perché diciamolo chiaramente: gli uffici piccoli non funzionano. La giustizia è un teatro in cui non può mancare nessun attore: rischio concreto, invece, nelle sezioni da sopprimere, dove basta un niente per bloccare tutto». «Ma siamo altrettanto consapevoli - continua Casucci - dei sacrifici chiesti agli avvocati. Per fortuna non siamo nell’Ottocento e gli spostamenti sono più agevoli, considerando che anche i testimoni, per dire, ma soprattutto il personale si troverà davanti a dei sacrifici notevoli. Per questo diciamo prima di tutto che la scelta, in un paese in cui solitamente mancano, non si discute, ma adesso l’impegno è per il futuro. A partire dalle risorse umane che mancano».

E anche qui, pochi dubbi per Casucci e l’Anm. «Nuovi concorsi per non perdere anche la tradizione orale del personale di cancelleria e poi si pensi a centralizzare e a far tenere le udienze in luoghi adatti e dignitosi. Il capannone di Balanzano forse non è decoroso? Che l’impegno allora sia a far seguire all’accorpamento un accentramento delle sedi». Un pensiero alla cittadella giudiziaria in centro già smembrata prima di iniziare e uno sguardo fugace fuori dalla finestra di via Fiorenzo Di Lorenzo dove, muto, si affaccia il vecchio carcere.

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