Il segreto per fare l'assessore
Bracco, tabacco e Venere

Palazzo Donini, sede della giunta regionale
di Italo Carmignani
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Lunedì 29 Giugno 2015, 22:03 - Ultimo aggiornamento: 22:33
PERUGIA - Concreta e terrena, Fernanda Cecchini, neo assessore regionale alla Cultura e di una decina di altre deleghe sparse, ma non affini, avrà un compito più facile del suo predecessore, l’insormontabile Fabrizio Bracco.

Alla Fernanda, riconfermata nel suo ruolo di assessore alla Caccia, per sostituire almeglio il suo migliore amico Bracco basta una regoletta semplice: fare esattamente il contrario di quanto compiuto dal precedente collega. Non è difficile. Al neo assessore basterà 1) essere meno rebus durante le conferenze, ma anche in genere 2) trovare meno nell’ideologia la salvezza al vuoto delle idee 3) parlare meno con i soliti noti della cultura indecifrabile 4) conciliare meno i finanziamenti a pioggia con spiegazioni archimediatiche sull’importanza di ritrovare l’unità smarrita durante il cambio di stagione estate/inverno 5) essere meno convinto di avere sempre ragione perché il resto dell’umanità è deficitario già nel dna delle sue magnifiche intuizioni. In pratica, essere meno Bracco. La simbolica staffetta tra i due è avvenuta l’altra sera alla prima del Due Mondi di Spoleto. Un Festival cui Bracco ha sempre guardato con l’entusiasmo riservato dai tacchini al giorno del ringraziamento. Soprattutto da quando Giorgio Ferrara ha riesumato dall’oblio la creatura che fece importante il fondatore Gian Carlo Menotti. Considerata un po’ come l’orticaria, alla Regione non è mai piaciuta l’autonomia ferrariana. Certo, la Cecchini, assessore (anche) all’Agricoltura dovrà conciliare le pere con le crome e le doppiette con le piume. Qualcuno perfido: tanto farà tutto cambiando solo la prima vocale di coltura. E allora lei Cecchini, sia agricola, veloce e lo semini. Tanto il genio è solo un giovane dalmata della corrente 101 del Pd. Neanche a dirlo, amico di Bracco.