Finora i coniugi si erano tirati piatti o portacenere, o forchette. Ossia quanto viene trovato in cucina, luogo deputato alle liti familiari. Questa volta invece, in un appartamento di San Sisto, periferia perugina, a disposizione c’era l’infelice felino. Dopo l’intervento della polizia, l’interrogativo passa al giudice: limitarsi d’imputare al marito il reato di violenza in famiglia oppure aggiungere il maltrattamento d’animali? Vedremo, ma la discussione potrebbe degenerare e innescare altre domande imbarazzati: tirare addosso alla moglie una tigre può configurare il tentato omicidio? Chissà. Nell’attesa di sapere, un’altra storia invita a non lanciare mai piatti di pasta contro la consorte. Le conseguenze potrebbero essere devastanti. Nel caso di una discussione in una casa a San Marco, immediata periferia perugina, ha portato all’arresto per spaccio di droga. Come? Nessuno ha capito se la moglie si sia offesa più per la pasta sprecata o per il piatto rotto, di fatto invece di replicare ha preso il telefono: «Pronto, polizia? Bene, se venite qui in mansarda troverete piantine e trenta grammi di marijuana. Sono di mio marito». Forse era meglio il lancio del gatto. Comunque, anche prima del matrimonio certi slanci possono costare caro: a Ponte San Giovanni, grazie alle telecamere di sorveglianza sono state individuate e denunciate tre ragazze. L’obiettivo le ha riprese mentre scrivevano con uno spray frasi amorose sulle pareti della scuola. Una su tutte: Paolo, sei il mio micione. Un preludio
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