Perugia, il Norman non c'è più. Il Fofo: «E' stato qualcosa di irripetibile»

L'ultima foto di Fofo Croce dentro il Norman prima che venisse abbattuto
di Gianni Agostinelli
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Domenica 28 Gennaio 2024, 07:05
PERUGIA - «Il dolore della perdita è forte, ma più forte è la sensazione di qualcosa di irripetibile che nacque dalla convergenza tra fattori umani e generazionali, esperienze musicali dai risvolti socio-antropologici e l’urgenza di codificare nuovi linguaggi espressivi attraverso l’uso consapevole della tecnologia». Sono le parole di Fabrizio “Fofo” Croce che nelle ultime ore ha dato il commiato alla sua creatura: il Norman e il Presidente, storico locale di Boneggio, nelle cui sale sono passate generazioni di ragazzi.
L’edificio che ospitava il Norman, dopo essere stato chiuso per qualche anno, è stato abbattuto e qualche minuto prima che avvenisse è toccato ovviamente proprio a Fofo dare l’ultimo saluto. «In generale si usciva dall’edonismo degli anni ’80 per entrare in un mondo ancora inesplorato e caratterizzato da profonde contaminazioni culturali, il tramonto della New-Wave e del Rock pompato e sovra-strutturato stava portando a un ritorno alle radici che si sarebbe manifestato in fenomeni musicali di ritorno come Grunge, Acid Jazz e Metal, ma stava anche generando l’urgenza di esplorare le nuove frontiere della musica elettronica con una diversa consapevolezza - continua Croce -. Inoltre in Italia erano gli anni delle occupazioni universitarie e dello sdoganamento del Rap come nuovo linguaggio per “battere il tempo” ed esprimere il disagio e la voglia di un’altra vita, ma anche della maturazione di una credibile via tricolore al Rock. Il Norman seppe raccontare in diretta questo e tanto altro».
La foto dell’abbattimento del Norman ha fatto il giro dei social, e ieri letteralmente “non si parlava d’altro”. E a volte basta una foto di un luogo che non esiste più, adesso solo un cantiere transennato, per dare il via ai «ti ricordi?», o per un semplice «io c’ero». Non solo di vecchi e abituali amici del locale ma anche di chi lì ha passato ore a fare musica. Un locale che ha accolto ed ha “cresciuto” molti ragazzi e ragazze, in alcuni casi passati da sotto il palco per diventare poi cantanti, musicisti, fonici, dj. 
E il saluto più dolce, oltre che da Fofo, arriva proprio da chi in quella foto vede ben altro che dei lavori in corso ma un “pezzo di cuore”, un luogo dell’anima. Chi immagina i murales ridotti a calcinacci, i rimproveri dei genitori per aver fatto serata ben oltre l’orario, i primi amori:il Norman è stato un pezzo di città.
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