«Per il nuovo Curi siamo pronti ad accogliere altri soci». Parla Francesco Lana, uno dei nove della cordata per lo stadio di Perugia

Il rendering dell nuovo Curi di notte
di Luca Benedetti
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Sabato 11 Febbraio 2023, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 18:09

Adesso si fanno i conti. I due faldoni dei documenti presentati l’altro ieri in Comune dalla Arena Curi srl nascondono il futuro di un pezzo città. Perché se il calcio è il punto di riferimento, la parte commerciale ha un peso così grande che l’operazione del nuovo stadio non può che significare che Pian di Massiano cambierà volto. Sempre che il Comune darà il via libera del pubblico interesse al project financing.
«Il nostro-spiega Francesco Lana, uno dei nove imprenditori che giocano la scommessa del nuovo Curi-è un progetto per la città. Pian di Massiano non si tocca, ci mancherebbe. Interverremo, se tutto andrà bene, nell’attuale sedime dello stadio Curi. Non verrà toccato né il museo né la parte dell’antistadio con i campi di allenamento. Lì potrebbe esserci qualche intervento, ma andrà valutato dopo. Una volta costruito lo stadio e tutto il resto, naturalmente».
GUBBIO E GRIFO
Lana racconta, spiega, ma con prudenza. C’è una punta di scaramanzia perché l’operazione project finacing è complessa e può nascondere insidie dietro ogni foglio che verrà passato al setaccio a palazzo Dei Priori. Tant’è che anche con il Gubbio e il Comune di Gubbio c’è un’interlocuzione per far giocare il Perugia al Barbetti, ma si è discusso solo della cornice: «Sì, ne abbiamo parlato. C’è un’identità di vedute. Ma ci siamo fermati per scaramanzia. Portare la tecnologia per il Var al Barbetti durante il cantiere con il Perugia che gioca lì? Calma, prima chiudiamo tutta l’operazione».
Un’operazione che Lana, che fa parte del gruppo di cinque costruttori che sono con una loro società nella Arena Curi Srl, non vede chiusa ai nove che hanno schierato la geniale matita di Gino Zavanella (il papà dello Juventus Stadium) per l’operazione nuovo Curi: «Assolutamente. La nostra è un’operazione per la città e siamo aperti ad altri contributi, ad altri ingressi di imprenditori». Per fare chiarezza nell’Arena Curi srl il Perugia non c’è. Lana spiega: «Il Perugia con il presidente Santopadre hanno colto il senso del progetto e sono stati (e sono) molto importanti. Il Perugia è nella società di gestione, sono parte attiva come previsto dalla legge stadi».
LA GRADINATA
Andasse il porto il nuovo Curi, il Comune non dovrà mettere mano a varianti del piano regolatore, a parte per il cambio di destinazione d’uso di cinquemila metri quadrati che una volta prevedevano la possibilità di realizzare delle sale riunioni. Naturalmente toccherà ai tecnici del Comune dire l’ultima parola.
Lana fa chiarezza anche sui tempi. Perché il primo colpo di piccone potrebbe essere tra un anno. «Se il Comune-spiega- darà il via libera al project financing- ci vorranno altri sei mesi per il progetto esecutivo. Poi i 45 giorni per la gara, e potrebbe anche arrivare un’offerta migliorativa della nostra. È logico che il cantiere non vedrà la luce a campionato in corso». Questo significa che se l’operazione si chiude in un anno da oggi, i lavori inizieranno a giugno 2024, data con vista sul voto per le elezioni comunali. Questo significa anche che la gradinata del Curi, di fatto, non riaprirà più. Perché se c’è l’ok al progetto il Comune non tirerà fuori un euro per riaprirla. Considerati i 22 mesi di lavori, il Perugia tornerebbe al Curi per la stagione 2026/2027.
VIABILITÀ
Il progetto prevede novità per la viabilità con un sovrappasso che collegherà il parcheggio di piazzale Uj al piazzale davanti alla gradinata per evitare l’attraversamento pedonale di viale Pietro Conti. Sotto la nuova struttura previsto un parcheggio coperto da duemila posti. I diecimila metri quadrati di commerciale previsti non prevedono licenze per alimentari, cioè niente supermercato. Per il resto tutto confermato, anche i 18mila posti (tutti coperti) che daranno a Perugia la licenza Uefa per le gare internazionali.
Adesso la palla passa al Comune.

Che dovrà fare la pagella dell’operazione da 70milioni.

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