L'indagine. Le attività investigative, svolte dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Perugia e coordinate dalla procura di Perugia, partono dalle denunce di alcuni ambulanti che lamentavano una gestione finanziaria poco trasparente del consorzio, costituito nel 1999 dagli operatori del settore per organizzare e gestire le mostre mercato che si tengono periodicamente nell’intera regione umbra. Le indagini delle fiamme gialle hanno documentato che cinque dei sei componenti del consiglio direttivo del consorzio avevano, di fatto, costituito una vera e propria organizzazione, collaudata nel tempo, attraverso la quale si facevano consegnare, appropriandosene, cospicui compensi “in nero” da numerosi ambulanti per la loro partecipazione alle manifestazioni fieristiche che si svolgono, tra le altre, nelle località di Perugia, Città di Castello, Spoleto e Assisi.
Il meccanismo escogitato era tanto semplice quanto efficace: gli indagati si limitavano a documentare quanto incassato dai commercianti partecipanti ai singoli eventi unicamente per la parte necessaria a coprire le spese organizzative e di occupazione del suolo pubblico. Tutti i restanti incassi, invece, venivano percepiti “in nero” e poi spartiti tra i cinque secondo rigidi criteri predeterminati: il 30% al presidente del consorzio ed il resto, in parti uguali, ai rimanenti associati. Secondo la ricostruzione degli investigatori del Nucleo di polizia tributaria, gli indagati, attraverso questo sistema, si sarebbero indebitamente appropriati, depauperando i conti del consorzio, di circa 100 mila euro.
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