'Ndrangheta, dallo scandalo di Scalea
spuntano quasi 200mila euro a Perugia

'Ndrangheta, dallo scandalo di Scalea spuntano quasi 200mila euro a Perugia
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Sabato 13 Luglio 2013, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 11:50
PERUGIA - Il sospetto di ’Ndrangheta forte, quasi certo. Dalle zone perugine di via Cicioni e via Fonti Coperte si incanala prendendo la via del Tevere fino a sbucare a Deruta. Sant’Angelo di Celle, per l’esattezza. Sei vani al secondo piano di una graziosa palazzina, con tanto di box garage. Valore complessivo 158mila euro

Ce ne sono anche altre, di migliaia d’euro, ricostruite dai carabinieri del Ros di Cosenza fra canoni d’affitto di appartamenti e quelli transitati su un conto corrente. Tutti soldi che gli investigatori hanno il forte sospetto siano di provenienza sospetta, illecita, mafiosa. È il ramo perugino dell’inchiesta Plinius, che ha portato all’arresto di 38 persone (una a Terni) tra cui il sindaco, assessori e tecnici del Comune calabrese di Scalea, e sequestri per oltre 60 milioni al patrimonio del clan Valente-Stummo.



Le 250 pagine del decreto di sequestro preventivo d’urgenza firmato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ed eseguito venerdì dai carabinieri, raccontano come la storia di uno fra quei tecnici e funzionari comunali, Antonino Amato, sia intrecciata da dieci anni con Perugia.



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