Lavoro, sociale
e infrastrutture

Nando Mismetti, sindaco di Foligno e Presidente della Provincia di Perugia (Pd)
di Nando Mismetti
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Martedì 15 Agosto 2017, 12:00
Sono trascorsi quasi 10 anni dalla nascita del Partito Democratico e, quindi, il progetto e l’ispirazione di base devono essere ricalibrati, considerati i cambiamenti epocali avvenuti. Si è giustamente aperto un confronto sul futuro del Pd nazionale e locale. Si tratta di una discussione aperta che si pone la prospettiva di coinvolgere le forze sociali e culturali: questo obiettivo è diventato ormai imprescindibile. Bisogna considerare, senza minimamente sottovalutare quanto avvenuto, che negli ultimi due anni le consultazioni elettorali hanno determinato profondi cambiamenti nei rapporti di forza e nelle relazioni con gli alleati. Si assiste ad una deflagrazione della situazione politico- sociale e siamo alla vigilia di un lungo periodo di elezioni, dalle prossime politiche alle amministrative del 2019 fino alle regionali del 2020. E’ quindi essenziale ridefinire un progetto che metta al centro le tematiche del lavoro e del sociale, condizioni fondamentali per ridare sviluppo e futuro alle nuove generazioni. E diventa importante mettere in atto progetti, non solo di natura culturale e scientifica, che possano attingere ai fondi europei, nell’ottica di dare una nuova spinta all’occupazione ma anche verso una riqualificazione del territorio migliorando la vivibilità della nostra regione. In questo quadro il Partito Democratico deve essere un punto di riferimento ma occorre dare cittadinanza alle diversità presenti all’interno del partito, a livello locale e nazionale. Ovviamente, questo processo deve essere attivato nei prossimi mesi assumendosi la responsabilità di attuarlo fino in fondo. Ci sono le condizioni per farlo e le occasioni per discuterne compiutamente, dall’apertura della conferenza programmatica nazionale ai congressi locali per rilanciare l’azione del 
Pd che, per evitare l’autodistruzione, deve chiudere la stagione del logorio interno e far prevalere l’unità e non la divisione. Intanto, è necessario affrontare, con particolare attenzione, la situazione creata dall’esito del referendum del 4 dicembre scorso. I cittadini hanno espresso la loro volontà e le Province restano soggetti inquadrati nell’ordinamento costituzionale. In questi anni si è registrato un percorso di riordino di funzioni e di collocamento del personale ma ora è arrivato il momento di far sì che questa istituzione torni a svolgere una funzione di coordinamento degli enti locali - una sorta di “Casa dei Comuni” – che hanno necessità di rafforzarsi e di esercitare un ruolo in cui ci sia maggiore capacità di incidere su tanti temi come rifiuti, sanità e sociale. In questo modo affidarsi ad un unico livello istituzionale può rendere più efficacia l’azione delle singole amministrazioni. D’altro canto l’Umbria deve proseguire nell’ammodernamento infrastrutturale. Dopo passaggi importanti come la realizzazione della nuova strada statale 77, c’è da completare questo processo. Non è più rinviabile lo sbocco della strada delle 3 valli sulla E45. Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, diventa obbligatorio un collegamento con l’alta velocità, attraverso la velocizzazione della Foligno-Terontola, oltre a procedere al completamento del raddoppio della Orte-Falconara. Continuare le discussioni sulla fantomatica modifica del tracciato, fa ottenere un unico risultato: far perdere solo tempo all’Umbria. Un altro tassello importante della modernizzazione - che deve vedere il Pd protagonista – è la semplificazione burocratica. Non si può far girare i cittadini tra diversi enti, con tempi infiniti, per ottenere un parere. Bisogna fare di più e meglio.
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