C’è gente pronta a scommettere che stamane si sciolgono i ghiacciai Bocci e Marini e si ritrovano vicini. Possibile? Via col flash back: ore 18, la serata inizia con Bocci che è il più a suo agio tra piazza San Pietro, mozzafiato al tramonto, e l’Auditorium meta di uomini pii, comunque meglio del resto dei delegati umbri. La Marini come noto non è nelle hit parade dei devoti, ma meno di lei Bottini, Giulietti, Verini, Rossi tutti presi da Castel Sant’Angelo. Sembra una notazione da guida turistica e invece è indispensabile per capire il seguito. Eccola la pattuglia acrobatica umbra, si dissemina in sala.
Ordine sparso, che è ormai il destino di un partito. Marini meno distante da Giulietti e più da Verini che è più vicino a Renzi che a Rossi. Bottini si accomoda solitario nell’Iperuranio. Poi compare un ”tecnico”, sembra Agostini. Marina Sereni è al tavolo. Applaude (ma non tutto e non sempre) la relazione di Epifani, cerca ansiosa con gli occhi in platea Renzi, che arriva a metà relazione e va in fondo, seguendo la tesi del filosofo Moretti: «Mi si nota di più se vengo ma mi metto in disparte...».
Chi ha visto Bocci? In assenza di Bianca Berlinguer, che sarebbe la sua candidata alla segreteria, si immola a fianco di Rosy Bindi. Nell’apparente ”tutti contro tutti su tutto”, la pattuglia acrobatica umbra prova allora una figura ad alto rischio. Dopo volteggio e giù a precipizio, risultano formate le seguenti coppie: Bocci-Marini, Sereni-Verini, Bottini-Locchi. Sicuri di aver visto bene? Oggi si saprà.
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