PERUGIA - Braccia torte dietro la schiena, scappellotti e cazzotti. E ancora, pazienti tirati per i capelli o le orecchie, buttati per terra e magari anche chiusi in bagno per 20 minuti. In punizione. Pazienti, tra l'altro, disabili e con problemi psichici. Picchiati e mortificati da chi li avrebbe dovuti curare. Violenze che, a sei anni dai fatti, sono andate in scena nell'aula del giudice Francesco Loschi, viste attraverso i video e ascoltate con gli audio registrati dai carabinieri del Nas all'interno dell'Alveare, la comunità di Torchiagina per cui sono adesso a processo undici persone. Sanitari, responsabili e operatori accusati, a vario titolo, di maltrattamenti, percosse e – alcuni – di sequestro di persona, difesi tra gli altri da Luca Gentili e Alessandro Bacchi e che da anni rinviano con forza al mittente le contestazioni, negando l'uso della violenza nella gestione (difficile, anche per mancanza di personale) dei pazienti.
Ma nelle ultime due udienze, a dar forza alle imputazioni messe nero su bianco dalla procura è stata la testimonianza del tenente colonnello Marco Vetrulli, all'epoca al comando dei militari del Nas. Vetrulli per circa dodici ore totali ha messo in fila i risultati di tre mesi di indagini, iniziate dopo un esposto anonimo che raccontava le brutalità all'interno della struttura di Assisi e che, nel giugno 2016, avevano portato anche agli arresti di sei persone, tra operatori e responsabile.
VIDEO E INTERCETTAZIONI
In aula, allora, sono stati affrontati, con l'aiuto delle immagini e degli audio, circa 50 episodi di violenza sui duecento che hanno dato corpo alle indagini.