Paparelli: «Imprese e lavoro,
un piano da 300 milioni»

Il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli
di Federico Fabrizi
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 13:35
PERUGIA - Tra fondi per le imprese e per l'occupazione, un pacchetto di oltre 300 milioni di euro da spendere in 4 anni. In un titolo: il lavoro. La giunta Marini si gioca tanto proprio su questa cifra. Assessore Paparelli, iniziamo da qui. «Ci sono quasi 200 milioni di euro, fino al 2020, per le imprese, per la ripresa – spiega il vicepresidente della giunta regionale – distinti in quattro filoni: internazionalizzazione, ricerca per nuovi brevetti, intesa come ricerca che porta investimenti e posti di lavoro, innovazione ed efficienza energetica».
Duecento milioni per le imprese, un sacco di soldi, ma poi i fondi arrivano alle aziende?
«Arrivano, arrivano. Intanto va spiegato che noi oggi non lavoriamo più con i bandi ma "a sportello"».
Cosa vuol dire assessore?
«Prima veniva preparato un bando, si aspettava la presentazione delle domande, si nominava una commissione che valutava le richieste e si stilava una graduatoria, poi magari qualcuno faceva ricorso... il risultato era che spesso i fondi arrivavano con ritardo rispetto ai tempi di attività e di vita delle imprese. Ora è più semplice: fissiamo determinati requisiti, diciamo un'asticella, chi rientra in quei parametri riceve l'erogazione dei contributi. Più semplice e più veloce. E poi stiamo preparando un portale dedicato proprio alle imprese, facile da consultare, accessibile in modo 
immediato per tutti. Direi che è un fatto di democrazia, per consentire a tutti di conoscere le opportunità che esistono».
Per il capitolo lavoro ci sono 107 milioni da investire in quattro anni. C'è il progetto Garanzia giovani (tirocini e voucher), misure per over 30 e per over 50.
«Vogliamo finanziare e sostenere una sorta di filiera - spiega l'assessore Paparelli - bonus formativi, esperienza in azienda, incentivi all'assunzione. E anche questi fondi erogati “a sportello”. Lavoreremo anche con una strat-up 
nata proprio in Umbria e cresciuta ben oltre i nostri confini: un sistema in grado di incrociare domanda e offerta di lavoro in tutto il mondo e geolocalizzarle».
Un sacco da fare per le agenzie di formazione.
«Vogliamo alzare il livello delle prestazioni offerte dalle agenzie formative fissando paletti e regole precise. Mettiamola così - dice - in Umbria ce ne sono tante. Il punto centrale è che questi fondi devono servire per il lavoro non per le agenzie, che svolgono legittimamente la loro attività e devono farlo stando nelle regole». 
A proposito del portale, assessore c'è ancora qualche capannone industriale in cui bisogna fare i salti mortali per avere una connessione internet che funzioni.
«Un sistema di reti e infrastrutture tecnologiche al passo con i tempi è indispensabile per affrontare il tema dello sviluppo e della ripresa. Abbiamo avviato un censimento della copertura in tutta la regione, lo sta portando avanti l'agenzia Umbria digitale. È vero, purtroppo, che esistono alcune aree artigianali in cui il segnale arriva a fatica, l'obiettivo che abbiamo di fronte è raggiungere i 30 mega. Stimiamo di farlo in un paio d'anni».
A che punto è la fibra ottica?
«C'è e attraversa sostanzialmente tutto il territorio regionale e c'è un finanziamento del Governo di 50 milioni di euro per raggiungere anche le aree periferiche. Il problema però è che c'è ma non si vede. A marzo “accenderemo” metaforicamente tutto il sistema che esiste, così da farlo funzionare concretamente».
Tutti più tecnologici e più connessi. Anche i piccoli Comuni?
«Funzionerà anche il data center regionale: enti e amministrazioni potranno comunicare e accedere alle informazioni in modo più rapido e diretto. E gli enti che non migreranno su questa piattaforma saranno penalizzati nell'erogazione dei finanziamenti regionali».
Allora assessore, fondi per le imprese, reti e connessioni al passo con i tempi, ma chi rischia di perdere il lavoro?
«Abbiamo messo in piedi organismi nuovi per essere il più efficienti possibile. Innanzitutto un'unità di crisi per le imprese, proprio come quella che ha il ministero, andando oltre lo schema classico della concertazione».
Un po' renziana questa eh.
«Forse un po' renziana, sta di fatto che partecipano Regione, Gepafin, Sviluppumbria e i soggetti di volta in volta coinvolti. Si punta ad intervenire prima che sia troppo tardi ed evitare quelle riunioni con tavoli enormi spesso tutt'altro che efficaci. A questo si affianca il Comitato strategico a supporto dello sviluppo della manifattura: Regione e presidenti delle associazioni di categoria s'incontrano per lavorare su temi precisi, affrontarli e risolverli».
A proposito Paparelli, che fine fanno Gepafin e Sviluppumbria?
«Per sostenere il credito alle imprese stiamo procedendo alla riforma di Gepafin quale istituto di credito vigilato dalla Banca d'Italia. Invece Sviluppumbria lavorerà come agenzia in house e sarà il braccio 
operativo della giunta e dell'assessorato cui spetta il compito di fissare politiche e strategie da portare avanti».
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