Ospedali, in arrivo
raffica di primari

Ospedali, in arrivo raffica di primari
di Marco Brunacci
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Giovedì 13 Febbraio 2014, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 11:53
PERUGIA - Dopo aver detto, letto e sottoscritto che la sanit umbra, da non da oggi, ha i conti in regola, sicuramente tra i migliori delle Regioni italiane, ma che questo non significa non si possa migliorare. Dopo

aver aggiunto che se c' un primario che va in pensione ragionevole attendersene un altro al suo posto, cominciamo a dire che la sanit ormai un costo vivo per ogni famiglia umbra e c' il dovere delle amministrazioni di risparmiare sempre e dovunque e in ogni momento, a tempo e fuor di tempo, per usare

un'immagine evangelica.

A questo punto andiamo con l'elenco della spesa. Gli

ospedali di Perugia e Terni stanno alla porta e

picchiano, mentre le due Asl sono già pronte per

festeggiare. La delibera della Regione del 3 febbraio

2014, contrassegnata dal numero 83, stabilisce che si può procedere alla nomina di sette primari nel

territorio della Asl 1 (con la parte del leone che viene

fatta, nel territorio dove è proconsole Legato,

dall'ospedale di Città di Castello) e di quella parte

dell'Umbria dove regna Fratini. In totale fanno 12.



A Città di Castello avremo di qui a poco un primario di chirurgia plastica ricostruttiva, un ginecologo

ostetrico e sempre primario. Quindi un primario per

igiene e sanità, uno per medicina del lavoro, non manca quello per la medicina dello sport e anche

l'otorinolaringoiatria. Ultimo dei magnifici sette -

last but non laest - il primario di radioterapia. E ora

via con Foligno e Spoleto.



A Foligno è in arrivo il primario di nefrologia e

dialisi, a Spoleto quello di chirurgia generale e quello

di anestesia e rianimazione. Ce ne sono due anche per Orvieto: un primario per cardiologia Utic e uno per la radiologia. L'elenco dei dodici già decisi finisce qui. Ma pronti con le richieste già annunciate. Dall'ospedale di Terni, l'ottimo manager Casciarri, ritiene necessari e urgenti un primario di anestesia, uno per il pronto soccorso e un terzo primario per la medicina d'urgenza, che è una materia nuovissima rispetto a quelle tradizionali ma ormai ha conquistato a colpi di primariati un suo spazio nelle organizzazioni ospedaliere di tutta Italia. In fondo, il dolce: il non meno ottimo manager Orlandi doppia Casciarri e chiede per Perugia sette primari per altrettante strutture: pneumologia, trasfusionale,ostetricia e ginecologia, chirurgia vascolare, oncoematologia pediatrica e farmacia ospedaliera.



In totale siamo a 22. Non è escluso che ci siano altre

attese in giro per la regione e che si possa immaginare qualche altra richiesta di qui a poco.



Il desiderio di chiedersi se queste nomination sono

tutte indispensabili è forte. Ma bisogna trattenersi. Il

risparmio a tutti i costi sembra non aver successo nè

qui in Umbria nè altrove nella Penisola e continuerà a

non averlo finchè c'è qualcuno che alla fine comunque mette i soldi.



Merita allora però una segnalazione il dibattito che si

fa nel sindacato, come pure tra gli addetti ai lavori,

sui numeri della mobilità passiva relativamente alle

prestazioni sanitaria di alta e altissima specialità che

gravano sulla mobilità passiva (per chiarire: pazienti

umbri che vanno alla ricerca di questo tipo di

prestazioni in altre regioni, con una spesa rilevante a

carico del sistema sanitario dell'Umbria).



Lasciando da parte l'entusiasmo del consigliere

regionale Pd, Andrea Smacchi, per i numeri rilevati

sulla mobilità attiva (i pazienti che vengono da altre

regioni a farsi curare uin Umbria) rispetto a quella

passiva, di cui si diceva poco sopra, in tanti nel

sindacato e tra gli addetti ai lavori concordano sulla

necessità di trovare risorse aggiuntive per puntare

sulle eccellenze in sanità. Volendo rendersi utili nel

dibattito in corso, risparmiare sul numero dei primari

potrebbe essere un'idea?
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