Orvieto, nel Pd duello Scopetti-Talanti. Tensione in Comune

Andrea Scopetti (a sinistra) e Maurizio Talanti (a destra)
di Vincenzo Carducci
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Giovedì 16 Novembre 2017, 13:43
ORVIETO (Tr) – Sarà duello per la segreteria comunale del Pd di Orvieto. L’uscente Andrea Scopetti dovrà infatti vedersela giovedì sera contro il giovane consigliere comunale Maurizio Talanti. Malgrado la lista dei 60 delegati all’assemblea comunale sia stata “apparecchiata” a tavolino, alla fine i Dem orvietani non sono dunque riusciti a trovare una sintesi unitaria sul nome del futuro segretario stretti tra le divisioni interne e il conflitto tra un pezzo di partito e il sindaco Germani che sta minando la tenuta della maggioranza.

L’ASSEMBLEA Sono 60 i delegati che nell’assemblea convocata stasera dovranno eleggere il nuovo segretario. Le tre mozioni (primi firmatari Andrea Scopetti, Giorgio Caiello e Rovero Ermini) nei congressi dei circoli dei giorni scorsi avevano deciso di non andare allo scontro riunendosi in un unico documento che aveva così consentito di dividersi la platea: 24 delegati per Caiello che aveva messo insieme sostanzialmente gli ex Ds, 22 per Scopetti, 14 per Ermini in rappresentanza dell’area cattolica del partito. Giorni e giorni di incontri e riunioni non sono riusciti a costruire un accordo che potesse evitare la conta interna e così, alla scadenza dei termini di mercoledì sera, oltre all’annunciata ricandidatura del segretario uscente Andrea Scopetti, l’area della mozione Caiello ha deciso di puntare su Maurizio Talanti. La partita si gioca sul filo del rasoio con la componente cattolica dei Dem che, a conti fatti, farà da ago della bilancia. Che potrebbe pendere verso la riconferma di Scopetti che già in 3 dei 4 circoli cittadini ha piazzato un suo nome. Per essere eletti nella prima tornata serve la maggioranza assoluta dei delegati, nel caso in cui nessuno dei candidati la raggiungesse l’assemblea sarà nuovamente convocata e allora basterà la maggioranza relativa dei presenti.

I RETROSCENA Fino all’ultimo, come detto, c’è stato il tentativo di ricomporre la frattura interna e sin dall’inizio il “gruppone” degli ex Ds ha posto come condizione il passo indietro di Scopetti. Ipotesi mai seriamente presa in considerazione dai fedelissimi del segretario. Negli ultimi giorni è entrato in scena anche il segretario provinciale Paolo Silveri che ha avuto una serie di incontri con le varie anime del partito e con il sindaco Germani. Sul tavolo è stata così messa la possibilità di un accordo complessivo che tenesse insieme il congresso e gli equilibri in Giunta, orfana - come noto – dell’assessore Gnagnarini dimissionario dopo l’infelice battuta su “zio Adolf” e i rom. «Tentativi in questo senso ci sono stati - conferma Silveri – perché il nostro obiettivo è quello di assicurare all’amministrazione una fine di consiliatura tranquilla nella quale potersi concentrare sulle cose da fare per la città». Dalle indiscrezioni che trapelano Silveri avrebbe proposto al sindaco Germani due scenari: l’ingresso in Giunta di Scopetti, in modo tale da trovare un’alternativa condivisa per la segreteria, oppure la nomina di un rappresentante del gruppone  in cambio del sostegno alla riconferma di Scopetti. Entrambe le proposte sarebbero state rifiutate dal primo cittadino che, nonostante proprio al Messaggero nei giorni scorsi aveva dichiarato di non voler sostituire Gnagnarini, avrebbe rilanciato chiedendo al Pd di entrare in Giunta ma pescando tra i tre consiglieri comunali “fedeli” a Scopetti. Una mossa strategica che mirava a indebolire l’ala del gruppo consiliare meno tenera, per non dire ostile, al sindaco che tuttavia non è andata a buon fine. «Auspicavo e auspico in una soluzione unitaria per il congresso – continua a dire a poche ore dall’assemblea Silveri – e mi auguro che alla fine prevalga il buon senso. Tutti devono fare uno sforzo per superare le polemiche e le divisioni per il bene del Pd e di Orvieto».

LA SINISTRA CHIEDE LA VERIFICA IN COMUNE E intanto, mentre i democratici si preparano a darsi battaglia, in Comune non sono certo state smaltite le scorie del voto sul Palazzo del Popolo e sul caso. Ora il consigliere comunale di Sinistra Italiana chiede un confronto di maggioranza «per verificare se esistano la volontà e le condizioni per riportare l’attività amministrativa sui binari di quella partecipazione che era la cifra del programma politico elettorale». «Gli avvenimenti dell’ultimo mese – dice - dalla bocciatura degli atti riguardanti la gestione del Palazzo del Popolo passando per le dimissioni dell’assessore al Bilancio, per arrivare alle vicende riguardanti l’ampliamento della discarica e a quelle relative ai lavori di messa in sicurezza del fiume Paglia, crediamo impongano alla maggioranza di assumersi la responsabilità di chiarificare la propria visione politica. E’ infatti sotto gli occhi di tutti come la gestione delle tematiche sopra citate sia ben lontana dallo spirito con cui questa stessa maggioranza si presentò alla città ormai più di tre anni fa. Lo spettacolo offerto dal Pd nella vicenda della gestione del Palazzo del Popolo, da una parte, e la totale mancanza di coinvolgimento della cittadinanza circa gli interventi di riqualificazione di quello che dovrebbe essere il Parco urbano del Paglia rappresentano a nostro avviso i due aspetti principali del problema politico da affrontare: un’amministrazione ostaggio di logiche ed interessi particolaristici, come quelli palesati a più riprese dalle azioni divergenti del gruppo Pd in Consiglio, non può mettere in campo processi veramente partecipativi che permettano d’immaginare e realizzare quella città futura che dovrebbe essere l’obiettivo dell’agire comune. Per questo, crediamo che sia necessario riaprire al più presto un confronto con tutta la maggioranza che oggi sostiene quest’amministrazione per permettere una vera assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche». 
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