Norcia, «Casa Ancarano non è una
struttura temporanea»: ecco perchè
​i giudici non hanno tolto i sigilli

il procuratore capo di Spoleto, dottor Alessandro Cannevale
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Mercoledì 21 Febbraio 2018, 23:54
NORCIA - «Casa Ancarano», il Centro polivalente  finito al centro di un'indagine della magistratura, non ha carattere di temporaneità. E per questo neanche le ordinanze di protezione civile richiamate dalla difesa legittimerebbero le procedure utilizzate per il rilascio dei titoli abilitativi. Così, in estrema sintesi, i giudici del Tribunale del Riesame (Narducci presidente, a latere Avenoso e Verola) hanno motivato il mancato accoglimento dell'istanza di dissequestro, discussa nei giorni scorsi a Perugia. Sono racchiuse in una decina di pagine le motivazioni con cui i giudici spiegano la loro decisione, confermando di fatto l'impianto accusatorio formulato dalla procura di Spoleto. Al centro delle indagini c'è la realizzazione del Centro polivalente della pro-loco di Ancarano, nel cui cantiere sono stati apposti i sigilli a inizio gennaio. La procura (titolari del fascicolo sono i sostituti Patrizia Mattei e Gennaro Iannarone) contesta violazioni edilizie ai tre indagati, che sono il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, il presidente della pro-loco di Ancarano Venanzo Santucci e il direttore dei lavori, ingegnere Riccardo Tacconi. I magistrati hanno sempre evidenziato il carattere di non temporaneità di quella struttura, realizzata su una platea in calcestruzzo e non compatibile con i vincoli imposti nell'area del Parco dei Monti Sibillini. Era stato proprio l'Ente Parco, dopo aver rilasciato il parere contrario alla realizzazione del Centro, a delegare ai carabinieri i primi sopralluoghi. Poi la relazione è finita in procura ed è stata aperta l'indagine, che tanto ha fatto discutere.   
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