Terni, il dirigente del Materno Infantile, Borrello: «Neonati con le mamme, conquista da non perdere»

Terni, il dirigente del Materno Infantile, Borrello: «Neonati con le mamme, conquista da non perdere»
di Monica di Lecce e Vanna Ugolini
3 Minuti di Lettura
Venerdì 27 Gennaio 2023, 00:01

«Sul rooming in non si torna indietro». Ne sono convinti Leonardo Borrello, direttore di Ostetricia e Ginecologia e del dipartimento Materno Infantile e Federica Celi, direttrice della Pediatrica e Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell'ospedale di Terni. La tragedia che si è consumata nei giorni scorsi presso l'ospedale Sandro Pertini di Roma, dove una mamma si è addormentata mentre allattava il neonato soffocandolo, ha riacceso l'attenzione sul modello organizzativo del rooming in, adottato ormai in tutti le strutture ospedaliere italiane, che consente alla mamma di avere il bambino in stanza con lei. «Si è passati dalla gestione separata della madre e del neonato di epoche passate con il contatto solo a orari programmati, che ostacolava l'avvio della relazione fra bimbo, mamma e famiglia spiega il direttore Borrello a una permanenza continuativa dei neonati accanto alla propria mamma. Bisogna trovare il giusto equilibrio, come cerchiamo di fare qui, ma non tornare indietro: tenere insieme mamma e neonato, con i dovuti tempi e cautele, è un bene per la salute psicofisica di entrami». Il tasto dolente è il personale. Se sulla carta i numeri di infermiere e ostetriche sono adeguati, in corsia, soprattutto di notte, tra maternità permessi e ferie c'è un terzo del personale in meno.
«Promuovere sin dalle prime ore di vita il contatto fisico e l'allattamento aggiunge la direttrice Celi sono stimoli fondamentali per il neonato».

Premesso che può capitare che il bambino sia trasferito temporaneamente al nido quando presenta situazioni di fragilità, o stanchezza della mamma, «il rooming in prosegue Federica Celi - favorisce l'allattamento a richiesta, aiuta la relazione tra mamma e bambino, consente di acquisire maggiore autonomia nella cura del figlio». «Va evitata invece la condizione del co-sleeping, ossia del dormire insieme che non è sicura sottolinea Leonardo Borrello - Alla fine di ogni poppata, il bambino deve andare nella culla, soprattutto quando non cìè nessuno che sta con la mamma».

Su questo fronte la pandemia ha imposto misure molto stringenti. «Rispetto a strutture più nuove, che magari hanno anche più spazi, non è stato facile riorganizzarci spiega Celi ma grazie alla buona volontà di tutto il personale infermieristico siamo riusciti a gestire la situazione». «Mi auguro aggiunge Borrello che si riesca a estendere la presenza del caregiver».

Guardando ai numeri, l'ospedale di Terni mantiene il suo appeal. «Nonostante la pandemia prosegue il direttore Borrello qui sono nati quasi lo stesso numero di neonati dell'anno precedente. Il nostro reparto accoglie un'utenza cittadina ma anche dall'alto Lazio: da Rieti, dal Viterbese, da Tarquinia». Circa un 20 per cento delle nascite, in linea con il dato nazionale, avvengono con il cesareo. Il numero dei parti nell'anno, unito alle professionalità e all'esperienza del personale, consentono al direttore di affermare con certezza che «a Terni si nasce in sicurezza». Borrello ricorda anche che l'ospedale vanta numeri eccellenti anche per il parto indolore «con un team dedicato - puntualizza - operativo 24 ore su 24» «Essendo un Dea di secondo livello qui non ci sono solo parti naturali. Trattiamo anche gravidanze ad alto rischio (di donne 40enni, diabetiche, procreazioni medicalmente assistite). A breve novità assoluta per il reparto - prenderanno il via degli incontri di accompagnamento al parto per informare le gestanti anche rispetto alle diverse possibilità di partorire che offre l'ospedale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA