Innanzitutto, quanto a sicurezza non c’è da stare allegri. Il programma internazionale Euroncap al quale partecipa ACI, che valuta gli standard di sicurezza dei veicoli nuovi, ha “testato” nel 2016 per la seconda volta i quadricicli più diffusi sul mercato europeo. “Gli standard di protezione offerti ai conducenti sono, in generale, molto bassi, cosa che può determinare seri rischi in caso di incidente” – ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACI. I quadricicli — denuncia l’Aci — non sono soggetti alle stesse normative di omologazione delle autovetture, pur essendo veicoli che somigliano alle City Car e circolano assieme a tutti gli altri mezzi di trasporto, cioè camion, autobus e grossi fuoristrada. I crash test parlano chiaro. Pur essendo costosi (e non dovrebbe significare niente), la sicurezza al loro interno è veramente inesistente. Quindi, cari genitori, fate attenzione perché forse il vostro figlio è più al sicuro con un’adeguata educazione stradale, piuttosto che con chissà quale protezione aggiuntiva rispetto al tanto temuto motorino. Scordiamoci poi che possano essere usate se la patente è stata sospesa o ritirata. Infatti per guidare un ciclomotore con velocità del costruttore fino a 45 km/h e cilindrata fino a 50 cm³ e i quadricicli di massa fino a 350 kg e pari velocità fino a 45 km/h occorre la patente AM, che è una patente vera e propria e che non è più ottenibile nelle scuole come quello che il precedente CIGC, o patentino. Per i “quadricicli pesanti” (15 kW di potenza massima, nessun limite di cilindrata, 80 km/h di velocità), invece, occorre la patente B1, che si può prendere dai 16 anni. A questo punto se la patente viene sospesa, revocata o ritirata, non c’è spazio per l’escamotage della “automobilina”, che richiede a sua volta per essere guidata una patente in piena regola. Quanto all’accesso alle ZTL o alle corsie preferenziali, per non parlare dei parcheggi “creativi”, le minicar hanno “marciato” allegramente sulla loro equiparazione a ciclomotori, scorrazzando nelle corsie riservate a taxi e mezzi pubblici ed entrando nelle vie a traffico limitato. La pacchia è però finita e in molte città come Milano una apposita segnaletica avvisa senza possibilità di equivoci anche il più determinato conducente di minicar che sulle preferenziali non si può circolare.
Comunque noi italiani siamo stati i precursori delle microcar nell’epoca in cui il nostro genio creativo automobilistico era al suo massimo. E così mentre progettavamo e costruivamo automobili di gran classe che hanno fatto la storia per la loro insuperata bellezza, eravamo capaci di inventare piccoli prodigi, dalla Lisetta alla Bianchina, ma prime tra tutte – quella che ha fatto veramente la differenza - l’indimenticata Fiat 500. Oggi è un oggetto di culto, ma a 60 anni dalla “nascita” e 5231518 esemplari prodotti, tante 500 amorevolmente restaurate circolano ancora indomite sulle nostre strade a riprova che il mitico “cinquino” era un’automobile vera e propria e non un giocattolino usa e getta come le sue moderne nipoti!
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