Spoleto, a messa c'è l' aperitivo, il web si divide sul prete della fidelity card (timbrata ogni domenica)

don Gianfranco Formenton
di Ilaria Bosi e Italo Carmignani
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Domenica 2 Luglio 2017, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 02:44

 Tutti puntuali, alla messa delle 11. Per gli abitanti di San Martino in Trignano, periferia di Spoleto, la Messa card, la tessera che garantisce ai frequentatori della Messa prosecco e patatine, è soltanto un dettaglio. Un corollario alle tante iniziative della parrocchia, che si traduce in spirito di comunità. Nessuna corsa all’aperitivo, insomma, ma soltanto un’occasione per condividere, dopo preghiere e benedizione, un momento conviviale, un saluto con brindisi prima del pranzo. Fuori da qui l’iniziativa di don Gianfranco Formenton, che d’estate dota i suoi parrocchiani di una card per accumulare punti e offre aperitivi a fine messa, fa discutere. “Questa è una realtà piccola – dice un parrocchiano – dove tutti si conoscono e alle iniziative del nostro sacerdote diamo la giusta lettura. Non tutti eh, c’è anche chi prende le distanze: ma don Gianfranco è così, o lo ami o lo detesti. Lui è il primo a non ammettere mezze misure”. L’idea della Messa card, come ha spiegato lo stesso parroco, è nata come una sorta di gioco con i ragazzi.

La card viene timbrata ogni domenica, a fine messa, dallo stesso parroco. Ed è un modo per far capire che l’impegno con la fede prosegue anche in estate, non va in vacanza. Molti sembrano aver colto lo spirito giocoso e provocatorio dell’iniziativa. Formenton, del resto, è un prete dai modi anticonvenzionali, ligio ai temi del vangelo, ma anche dinamico nel costruire insieme alla sua gente idee e progetti che spesso si concludono con momenti di condivisione, anche conviviale. Ed è abituato a far discutere su temi ben più importanti della Messa card con aperitivo e locali climatizzati. La gente del posto, o almeno i suoi fedeli, lo sanno e in tutto questo non vedono alcuna stravaganza. Semmai, un valore aggiunto. La notizia della Messa card, com’era prevedibile, ha sollevato curiosità e polemiche. Ma i suoi fedeli, anche nella ridda di commenti che si sono scatenati sul profilo facebook del sacerdote, lo difendono senza riserve: “Interessante esperimento – scrive uno di loro – per vedere chi si diletta a leggere e ricamare e chi invece viene a fare la Chiesa, come tutte quelle persone che ne contribuiscono ogni giorno, da anni, alla costruzione materiale e spirituale (catechisti volontari, giardinieri e, non per ultimo, i genitori dell’oratorio). Chiedo scusa se non menziono tante altre iniziative: venite e partecipate, invece di stare a commentare”. Insomma, giù le mani da don Gianfranco: meno chiacchiere e più gesti. In perfetto stile Formenton.

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