Città della Pieve, mdma e cocaina in discoteca: nei guai il gestore che non ferma lo spaccio

L'uomo era stato arrestato e condannato aver stuprato una ragazza nel suo locale. Ora rischia un altro processo

La sede della Procura a Perugia
di Enzo Beretta
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Settembre 2023, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 07:14

Piove un’altra accusa sulla testa di Simone Peppicelli, recentemente condannato a cinque anni e quattro mesi di carcere in quanto ritenuto responsabile di aver violentato una giovane cliente che si era sentita male nella sua discoteca The Box a Città della Pieve e di aver molestato altre tre ragazze nella stessa serata: la Procura di Perugia ha notificato al 54enne di Chiusi la richiesta di rinvio a giudizio in quanto il gestore «consentiva che al The Box venissero consumate sostanze stupefacenti del tipo hashish, marijuana, Mdma e cocaina e che, quindi, il suo esercizio venisse adibito a luogo di convegno di persone assuntori di droga». 

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Mario Formisano l’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Romagnoli del foro di Siena, «infatti, benché avesse contezza dell’uso di tali sostanze stupefacenti, che avveniva liberamente e in modo palese, e vedesse clienti all’intero del locale assumere le stesse, non interveniva e, anzi, tollerava tali comportamenti». Aggiunge la Procura: «Inoltre dava specifiche disposizioni al personale addetto alla vigilanza affinché non interrompesse l’assunzione di sostanze stupefacenti e non procedesse a controlli». Le contestazioni penali riguardano il Testo unico degli stupefacenti e sono riferite a fatti avvenuti tra il 2020 e il 1° ottobre 2022. 

Secondo il primo comma della legge contestata (l’articolo 79) «chiunque adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è punito, per questo solo fatto, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da euro 3.000 ad euro 10.000 se l'uso riguarda le sostanze e i medicinali compresi nelle tabelle I e II, sezione A, previste dall'articolo 14, o con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 3.000 ad euro 26.000 se l'uso riguarda i medicinali compresi nella tabella II, sezione B, prevista dallo stesso articolo 14».

Tra le fonti di prova menzionate dalla Procura troviamo la comunicazione di notizia di reato dei carabinieri di Città della Pieve del 2 ottobre 2022 e l’esito della delega di attività di indagine portaa avanti dalla Compagnia. 

Per quanto concerne lo stupro, invece, i fatti risalgono allo scorso ottobre quando la vittima – poi seguita da altre tre ragazze che hanno raccontato di approcci molto pesanti nel corso della stessa serata – ha immediatamente denunciato la violenza, chiedendo aiuto agli amici in pista e poi ripetendo tutto ai carabinieri.

L'uomo, volto noto della night life tra l'Umbria e la Toscana, accusato fin da subito di violenza sessuale aggravata dall’utilizzo di sostanze alcoliche, venne arrestato dopo quattro giorni e ha sempre parlato di rapporto consensuale. Ma i risultati delle indagini hanno convinto anche il giudice Natalia Giubilei che ha emesso la sentenza di condanna (con rito abbreviato) e considerato attendibile la denuncia della giovane vittima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA