Lorella Cuccarini, è felice di essere al Lyrick per la data umbra de La Regina di Ghiaccio?
Moltissimo! Amo sia quel teatro che la città. Assisi è sicuramente il posto giusto per parlare di favole! E' un luogo magico e ogni volta che ci passo mi sento una pellegrina. Sicuramente in questi due giorni mi concederò qualche passeggiata e un po' di meditazione…
Come sta andando lo spettacolo?
Davvero bene e la soddisfazione è ancora più grande perché non si tratta di un titolo famoso. All'inizio ci chiedevano se si trattasse di Frozen, invece è uno spettacolo del tutto nuovo perciò è un vanto maggiore averlo reso un successo.
Nuovo, ma che attinge ad un'antica fiaba persiana...
Sì, è uno spettacolo bellissimo e credo sia un'opera di grande maturità per Colombi. Narra una storia, quella della Turandot, che è anche parte della cultura italiana; ai bambini piace moltissimo e la speranza è che diventeranno curiosi e vorranno vedere anche l'opera lirica.
Quindi avete unito l'antico e il moderno in questo musical?
Assolutamente, è un esperimento riuscito. Da una parte la popolarità e la bellezza di una favola incredibile ed appassionante, dall'altra tanti piccoli semi lanciati, che arrivano dal mondo di Puccini e dell'Opera. Un racconto in chiave nazional-popolare ma alto, per questo sono così appassionata di questa operazione.
In effetti spesso nel musical si importano titoli che raccontano poco la nostra cultura…
Esatto, mentre questo può raccontarla e la può esportare. Molti insegnanti ci hanno ringraziati perché sveliamo il mondo della lirica e dei compositori italiani ai bambini. Non va dimenticato che è uno spettacolo per tutti, bambini e adulti.
Cos'altro può anticiparci?
Ci sono dei messaggi universali, di quelli che non hanno tempo. Maurizio Colombi e il suo gruppo di lavoro li raccontano con il linguaggio di oggi. Ad esempio la scenografia è una scatola, che cambia attraverso le proiezioni e ti fa immergere in mondi diversi. Quindi la tecnologia è stata messa al servizio della storia, così che possa arricchirla e arrivare anche i più giovani.
Ritiene sia questo il futuro del musical in Italia?
Ne ho vissute tante di esperienze in questo ambito e vedo la differenza dall'epoca in cui, 20 anni fa, debuttai con Grease. Molto è cambiato, anche gli interpreti sono più bravi. Il musical sta vivendo un buon momento in Italia, come il teatro in generale, e sta portando pubblico nuovo. E' riuscito ad intercettare una fetta di persone che non andava così spesso a teatro. Ancora non ci siamo con l'aspetto economico, purtroppo, bisogna trovare il modo di far quadrare i conti e abbassare i costi dei biglietti, così si avvicinerebbe ancora più pubblico.
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