Perugia, parte da “Via dei tribunali” l'Italia di Pasquale Guerra

Pasquale Guerra
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Lunedì 4 Dicembre 2017, 17:24 - Ultimo aggiornamento: 17:30
PERUGIA - Parte da “Via dei tribunali” l’Italia di Pasquale Guerra. L'autore presenta il suo libro mercoledì 6 dicembre alle 17,30 all'Università per Stranieri. 
Dopo il romanzo d’esordio “Giunse veloce l’alba”, del 2011, Pasquale Guerra sforna un altro libro per la Robin & Son. Si tratta di “Via dei tribunali è un via vai”, una raccolta di racconti ambientati nelle città care all’autore, dal Nord al Sud Italia: otto microstorie che nascono dall’intersezione tra la realtà e la pura invenzione, in un universo di donne e uomini che rincorrono il proprio destino, tra attese e speranze che si susseguono in maniera inarrestabile. Sfogliare le pagine di questo viaggio narrativo dà la netta sensazione che, più che leggere un libro di racconti, ci si trovi di fronte ad una sceneggiatura per un film d’autore, con tanto di colonna sonora. Pasquale Guerra, professore di Italiano, Latino e Greco in un Liceo classico di Perugia, è un vero raccoglitore di storie e un generoso narratore che ha deciso di condividere con il lettore un percorso su e giù per l’Italia, per incontrare e scoprire storie ricche di senso. In questo suo paesaggio letterario, la quotidianità s’intreccia con la storia italiana, e la narrazione trova uno spazio proprio, tra prosa e poesia. Guerra riesce così a trasmettere la potenza della scrittura e la sua fede per la letteratura come un solido strumento edificante. 
Professor Guerra, partiamo dal titolo: tutto nasce da via dei Tribunali?
È l’incipit del primo racconto. Sono partito da lì. E già si evince che partiamo da alcune città: i primi due capitoli sono ambientati a Napoli, altri due in Puglia, un altro a Perugia, gli altri a Roma e a Torino. Via dei tribunali è un via vai di gente che percorre una strada molto affollata di Napoli, una strada piena di vita e di gente, di giorno e di notte. Tutto nasce da questa umanità.
Nel libro si scorgono atmosfere jazz e scene cinematografiche: ispirazione o è solo un vezzo narrativo?
Tutto nasce dalle numerose passioni che appartengono alla mia vita. Mi è venuto naturale avere il cinema sempre presente, così come l’ascolto della musica. C’è un racconto, “Don Pepè”, dove è presente il Jazz napoletano, che prende vita in un locale leggendario della città. Ho voluto ricostruire un paesaggio narrativo realistico, narrando la storia di questi personaggi, pensandoli insieme ad una sorta di colonna sonora. 
Cechov, Pirandello e Verga sono autori che lei apprezza molto. Come li ritroviamo nei suoi testi?
La letteratura è un’altra mia grande passione, come la scrittura, che evoca in me numerose immagini letterarie: in tutti i racconti si possono trovare echi di quelli che sono e considero i più grandi autori, che hanno fatto parte della mia vita, non soltanto come insegnante, ma anche come uomo. In molti racconti, vengono fuori i riferimenti alle loro opere e al loro pensiero, senza che ne sia davvero consapevole.  
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