Libera lex/Uffici pubblici
anche di domenica

Libera lex/Uffici pubblici anche di domenica
di Giuseppe Caforio
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Martedì 24 Maggio 2016, 20:48
PERUGIA - L 'evoluzione delle società ha da sempre comportato modifiche delle abitudini, anche di quelle più consolidate. Ha fatto molto rumore e, una volta tanto, con un apprezzamento maggioritario, l'idea del Ministro Giannini di aprire le scuole italiane di sabato e di domenica, sera compresa. Chi è abituato a viaggiare all'estero, soprattutto nei paesi anglosassoni, avrà certamente notato la grande differenza tra le domeniche e i sabati italiani e i fine settimana degli altri paesi dove moltissimi uffici di interesse pubblico sono aperti e utilizzati come luogo di incontro e di confronto. In particolar modo le Università straniere hanno da tempo nella stragrande maggioranza avviato modalità di apertura non solo di sette giorni su sette, ma anche con orari quotidiani estesi alla tarda notte. Come sempre è questione di abitudini. Basta osservare quanto accade nel sistema della grande distribuzione per rendersi conto di come l'organizzazione sociale moderna imponga regole diverse rispetto a quelle consolidate. Oramai i grandi supermercati, e da ultimo anche i piccoli, aprono sette giorni su sette, con un orario decisamente allungato con punte che toccano anche mezzanotte, senza contare quelli che sono aperti ventiquattr'ore su ventiquattro. Vi sono poi ambiti di attività dove l'apertura per tutto l'anno senza soluzione di continuità si presenta come una necessità: basta pensare alle strutture ospedaliere, oppure ad attività meno essenziali come ad esempio quelle dei mass-media, televisioni e radio in primis.

E' vero che recentemente, in occasione di alcune festività e in particolare di quella del primo maggio i sindacati hanno sollevato la questione dell'opportunità di tenere chiuso in relazione ai diritti dei lavoratori; ma come accade in quei settori poc'anzi citati che non chiudonomai, sbaglia chi intravede nella possibilità di avere uffici aperti sabato e domenica compresi, un problema di diritto sindacale. Se così fosse dovremmo concludere che chi opera negli ospedali, i vigili del fuoco, le forze dell'ordine ecc.. abbiano diritti inferiori rispetto agli altri. Così non è. Una maggior apertura, soprattutto degli uffici pubblici che erogano servizi diretti al cittadino, non vuol dire comprimere i diritti dei lavoratorima significa semplicemente distribuirli in modo diverso.

Grande distribuzione. Se la grande distribuzione concentra le sue aperture di sabato, domenica e durante le ore serali, vuol dire che ha colto un'esigenza sociale che porta la stragrande maggioranza di persone che lavorano ad avere la possibilità di fare acquisti la sera o nei giorni festivi. Non si capisce perchè questa stessa sensibilità non la possa e non la debba avere la Pubblica Amministrazione. Quanto sarebbe più semplice se per fare la carta d'identità, il passaporto o sistemare le questioni della Tosap, ecc.. ogni cittadino, invece di dover prendere un giorno di ferie o permessi lavorativi, potesse andare presso la Pubblica Amministrazione competente il sabato, la domenica o la sera dopo che ha finito di lavorare... Senza contare che ciò avrebbe come effetto immediato quello di un aumento dell'occupazione. La parola chiave intorno alla quale ci si gioca il nostro futuro di competitività e di capacità di rispondere alle nuove esigenze sociali è “flessibilità”.

Organizzazione. Un'organizzazione sociale che non ruoti più esclusivamente sulla sacralità del fine settimana consentirebbe di aprire un nuovomodo di pensare e di agire con benefici per tutti. Si pensi solo al turismo e ai locali ricettivi i quali avranno la possibilità di lavorare non solo e non più esclusivamente il week end, ma anche durante la settimana quando i lavoratori impegnati il sabato e la domenica potranno godere del proprio riposo e quindi dedicarsi allo svago.

Le religioni. Certamente vi è un aspetto importante relativo alle religioni e in primis a quella Cattolica che considerano la Domenica il giorno da dedicare al Signore. Anche in questo la flessibilità non è un limite ma un'opportunità. Premesso che in una società multireligiosa come la nostra i giorni di riferimento ormai sono diversi - si pensi aiMusulmani che hanno come giorno di rispetto il venerdì, gli Ebrei il sabato e, come detto, i Cristiani la domenica- nulla vieta che si possa esercitare il culto mantenendo il proprio giorno da dedicare allo spirito, senza che ciò impatti con una diversa organizzazione del lavoro. Per esemplificare: la Domenica le messe si tengono dalmattino fino alla sera: se un lavoratore svolge le sue sei/otto ore di lavoro anche in questo giorno, nulla vieta che prima o dopo il lavoro, egli possa dedicarsi al proprio culto.

Le regole. Mantenere regole rigide in un contesto dominato da Internet e dal confronto con altre realtà socio-economiche le cui distanze spaziali sono oramai azzerate dalla telematica e dai trasporti sempre più veloci, non solo appare anacronistico ma addirittura dannoso. Se le società hanno periodi floridi e periodi di decadenza è anche perchè esse non riescono ad adattarsi all'evoluzione. In altri termini, la flessibilità dell'organizzazione sociale, prioritariamente quella della Pubblica Amministrazione è un'esigenza inderogabile se si vuole che il nostro Paese e prima ancora questa Regione possa stare al passo con i tempi e confrontarsi con le società più evolute del nostro Pianeta.
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