Terni, strappo di Bandecchi sui trasporti
La Regione: «Così prezzi dei biglietti alle stelle»

Terni, strappo di Bandecchi sui trasporti La Regione: «Così prezzi dei biglietti alle stelle»
di Sergio Capotosti
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 03:03

LA VICENDA

Biglietti per gli autobus che rischiano di schizzare alle stelle, corse urbane scollegate da quelle extraurbane, linee dimezzate per far quadrare i conti, mezzi non disponibili e risorse nazionali che sfumano. Sono le previsioni a dir poco catastrofiche che l'assessore regionali ai trasporti Enrico Melasecche fa rispetto alla decisione presa dal Comune di Terni, quella di uscire dal trasporto pubblico regionale. Di fatto, abbandonare Umbria mobilità e gestire in autonomia il trasporto pubblico, un po' come era una volta, ai tempi dell'Atc per capirci.
Nel dettaglio sono nove i punti che Melasecche elenca per contestare la scelta annunciata dal sindaco Stefano Bandecchi. «Ci prendiamo i nostri soldi e facciamo la gara per conto nostro. Tuteliamo i ternani che sono alle prese con i ritardi della Regione che da dieci anni non fa la gara, malgrado la legge consente al massimo una proroga di due», questo in sostanza il messaggio che il primo cittadino ha mandato a Melasecche all'indomani della posizione che aveva preso qualche giorno prima il vicesindaco Riccardo Corridore. «Entro dicembre 2023 la Regione farà partire il bando per il nuovo Tpl», annuncia Melasecche. Un bando più volte finito nel mirino delle polemiche della Cgil che contesta lo «spezzatino» della gara in vari lotti. Gara che ora rischia di subire un ulteriore rallentamento se il Comune di Terni dovesse passare realmente dalle parole ai fatti. «Aspetto che rileva un atteggiamento ostruzionistico e di rottura anche nei confronti degli altri Comuni dell'Umbria, generando un danno che verrà necessariamente valutato nelle sedi competenti», sottolinea l'assessore. Un danno organizzativo che avrà ripercussioni anche sull'intera gestione del servizio e sul bilancio regionale. La prima conseguenza pratica invece sarebbe l'aumento dei costi del servizio. L'uscita dal Tpl regionale «non consentirebbe al Comune di Terni il risparmio fiscale del 10 per cento dell'Iva, garantito dalla gestione unitaria dell'Agenzia Regionale», spiega Melasecche. In termini di risorse inoltre il Comune rischia di far perdere a tutta l'Umbria i finanziamenti del Fondo nazionale. «La loro erogazione - ricorda Melasecche - è condizionata dal rispetto di percentuali di efficienza ed efficacia da raggiungere che sarebbe ancor più difficile da perseguire qualora si addivenisse ad un decentramento della gestione dei servizi di Tpl». Uno scenario che secondo le previsioni di Melasecche si abbatterà inevitabilmente sui ternani che rischiano di pagare biglietti da capogiro per un servizio che viene dipinto come un salto nel buio, tra corse scollegate con il resto dell'Umbria e autobus che non ci sono. «Gli autobus finanziati dalla Regione hanno un vincolo di destinazione a favore della stessa ed occorre valutare quali e quanti siano gli autobus che rimangono nella disponibilità del Comune di Terni», aggiunge Melasecche.
Il Messaggero ha chiesto un commento sulla vicenda all'assessore Marco Iapadre che al momento non è arrivato.

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