La crisi in Umbria: disoccupazione
raddoppiata in 7 anni

La crisi in Umbria: disoccupazione raddoppiata in 7 anni
di Federico Fabrizi
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Mercoledì 17 Agosto 2016, 13:56
PERUGIA - Dal 5 al 10 per cento. La cifra della disoccupazione entro i confini del Cuore verde vale una traduzione efficace della parola crisi. I numeri, nella loro freddezza, hanno il pregio della sintesi: dal 2008 al primo trimestre 2016 il tasso di disoccupazione in Umbria è sostanzialmente raddoppiato. Sul punto le tabelle sono tutte assolutamente d’accordo: da quelle dell’Istat e quelle del centro studi Ires Cgil. La cronaca “degli zero virgola” aveva concesso persino qualche entusiasmo al termine dell’estate dello scorso anno: solo 9,3% di disoccupazione (Istat), poi la media del 2015 era rapidamente risalita in doppia cifra: 10,4%. Per il secondo trimestre di quest’anno l’Istituto nazionale di statistica dice: 10,23%. Decimali a parte, siamo oltre il doppio di quanto accadeva setto, otto anni fa: nel 2008 la percentuale di umbri in cerca di lavoro era del 4,76%.

L’ultimo conto delle vertenze aperte in Umbria ha raggiunto quota 200. A dicembre 2012, il censimento delle aziende in grave difficoltà aveva raggiunto la cifra tonda di 100, e sembrava un record. Abbastanza per convincere i sindacati a parlare ormai di «Vertenza Umbria». L’edilizia, di certo un po’ drogata dai cantieri della ricostruzione, la metalmeccanica - l’Ast ovviamente ma non solo - e poi la chimica ternana: sono i settori che mettono in fila perdite di posti di lavoro da far tremare le vene ai polsi.

Oggi l’Istat spiega che in Umbria lavorano 355mila persone: 26.200 dipendenti e 93mila autonomi. Il dato è positivo rispetto alla serie degli anni più neri della crisi compresi tra il 2012 e il 2014. Nel triennio la cifra dei disoccupati è schizzata dal 9 all’11 per cento. La spruzzata di ottimismo è arrivata dalle cifre diffuse da Bankitalia che nelle scorse settimane ha fissato nel 2015 un più 0,8 per cento di Pil ed ha previsto il più 1 per cento per il 2016. Ovvio, ce ne vorrà un bel po’ per recuperare quanto è stato divorato dalla crisi: «Dal 2008 l’Umbria ha perso 15 punti percentuali di Pil», hanno ricordato di recente i ricercatori dell’Ires Cgil.

A far temere in una ripresa decisamente troppo fragile un altro indicatore: la deflazione. Quasi record nella città di Perugia con i prezzi giù dello 0,5 per cento secondo i conti diffusi dall’Istat a marzo. Fa una certa impressione pure l’analisi del tipo e della qualità del lavoro.

L’Inps mette in fila l’utilizzo dei voucher da parte dei datori di lavoro. Nel 2013 in otto mesi erano stati pagati 520mila buoni, 937mila nello stesso periodo del 2014, poi da gennaio a ottobre 2015 la cifra è balzata a un milione 563mila. Nel 2016 in appena 5 mesi siamo quasi a un milione di buoni “staccati”. «Aumentano in modo vertiginoso», dice il segretario della Cgil della provincia di Perugia Filippo Ciavaglia. Ancora l’Inps: 3918 contratti a tempo indeterminato nei primi quattro mesi del 2016 contro i quasi 8mila del 2015. La strada è in salita.
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