I PACCHI
Nel furgone non ha solo i pacchi tradizionali da consegnare. «Un periodo mi rifornivo a Fabriano. Mi lasciavano la cocaina su una piazzola di sosta e io lasciavo lì i soldi. In quattro giorni presi due etti e mezzo di coca. Quel periodo guadagnavo mille euro al giorno, nel fine settimana superavo i 4mila mila euro. Spesso pagavo la droga per quegli amici che poi mi hanno mandato in carcere». Andrea, sempre ben curato, piace molto alle donne. Diventa il re delle discoteche e dei locali: «Era un gran lavoro. Pagavo i buttafuori per stare tranquillo, così mi avvisavano se arrivava la polizia. Portavo più di 70 pezzi di coca a sera, in tre ore guadagnavo 5mila euro. Poi, oltre al consumatore incallito, mi sono messo a fare l'imprenditore. Lavoravo esclusivamente da casa, stavo lì h24 e neppure mi chiamavano più al telefono. Venivano direttamente a suonare al campanello. I miei clienti erano insaziabili. Qualcuno mi ha pagato un grammo di coca con un televisore da 50 pollici. Mi vanto solo di non aver mai venduto droga a minorenni o a quelli che la coca se la iniettano. Questa modalità proprio non l'accetto».
I VIAGGI
Andrea racconta dei viaggi a Roma, a San Basilio, per rifornirsi a dovere. A Terni la droga la compra da albanesi e romeni e da africani scaltri: «Spesso andavo a cercare i pusher tunisini che stanno imboscati tra le montagne sopra Giuncano. E' gente pericolosa, girano armati con le asce, beccarli non è semplice. Ultimamente ho peggiorato nell'uso e stavo sotto di 500 euro. Non riuscivo più a pagare il conto. Qualcuno mi ha promesso di farmi la pelle». A Molino Silla sta tentando di riprendersi in mano la propria vita: «In 18 mesi spero di risolvere. So che se uscissi ora e mi trovassi davanti una dose ricomincerei. Qui queste idee non mi sono mai venute. Mia madre è un po' arrabbiata, ancora teme le cattive compagnie. Non accetta di sentire che la mia cattiva compagnia sono sempre stato io» dice ridendo di sé. Andrea però torna subito serio: «Voglio farcela, per diventare padre di mia figlia. Ha 23 anni ed io ho perso i suoi anni più belli. Spero di salvarmi una vita e di ridarle un padre. Sono ottimista, ora già vedo i primi risultati». Per Tania Fontanella, terapeuta di Molino Silla, quello su Andrea è stato «un intervento complesso. Reticente nel chiedere aiuto, è stato salvato da madre e zia dopo che la sostanza gli aveva tolto tutto. La Comunità l'ha inserito al lavoro al forno, fa il pane benissimo e sta imparando un mestiere che potrà essergli utile quando uscirà. La storia di Andrea, con un disturbo di dipendenza cronico da sostanze che impone un trattamento di lungo periodo, è il prodotto di una sinergia importante con il Sert di Terni» aggiunge Tania Fontanella. La Comunità Incontro pensa di destinare una delle sue strutture alle persone con dipendenza decennale dalle sostanze, una delle frontiere di questi anni. E di mettere in campo un intervento multidisciplinare.
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