L'orco si nasconde tra le chat delle dodicenni: oltre 60 le vittime del nuovo “amico” che chiede foto intime

L'orco si nasconde tra le chat delle dodicenni: oltre 60 le vittime del nuovo “amico” che chiede foto intime
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Domenica 7 Aprile 2024, 09:09

PERUGIA - Ragazzine di 12 anni. Massimo di 15. Finite nella rete di un uomo che via chat chiedeva loro foto intime, nude o sotto la doccia. «Togliti la maglietta». «Ti bacio». Ragazzine minacciate di far finire quelle immagini in rete se avessero smesso o costrette dalla paura di atti di violenza. Un incubo che le ha segnate tutte. Finito solo quando le prime coraggiose hanno vinto la vergogna e hanno denunciato, anche grazie alle famiglie fino a quel momento ignare della vita social delle figlie.

Da qui sono partite delle indagini che hanno rivelato uno spaccato inquietante, con decine di vittime passate in un attimo dalle Barbie a doversi difendere da un orco: l'uomo, 27enne nato in provincia di Reggio Emilia e residente nel Modenese, ha infatti intrappolato nel suo gioco perverso ben 61 ragazzine.
In base alle indagini coordinate dal pubblico ministero Franco Bettini, che lo accusa di pedopornografia, atti sessuali con minorenne, violenza privata e minaccia, il 27enne tra metà 2016 e tutto il 2017 avrebbe reso un inferno la vita di oltre sessanta giovanissime. Compresa una, allora dodicenne, di Bastia Umbra, tra le prime a finire nella sua rete. Magari all'inizio si sarà posto con simpatia, bei modi. Per convincere tutte quelle bambine, da pochissimo diventate ragazzine, a fidarsi di lui. Per arrivare a quella prima foto di nudo inviata via chat e diventata anche l'amo per il ricatto. Iniziava con «Hai una tua foto?», per poi insistere così: «Mi fai vedere mentre ti fai la doccia?». Con le richieste ulteriori sempre più ripugnanti, alcune decisamente irriferibili.
IL RICATTO
E così, magari, dopo aver ottenuto «numerose immagini di tenore pedopornografico, che ritraevano la parte offesa senza indumenti e mostrante le parti intime», lui ne voleva sempre di più. In caso contrario - era il ricatto - avrebbe diffuso sui social le immagini già ricevute e addirittura il numero di telefono di alcune delle vittime. Che il 27enne ha trovato in tutta Italia, da Trento a Santa Maria Capua Vetere fino alla provincia di Catanzaro o alla Sardegna. A qualsiasi latitudine ha quindi rintracciato ragazzine evidentemente non abituate ai rischi di chat e social. Costrette persino a leggere minacce come «Ucciderò tutti gli italiani» (lui di famiglia di origini straniere, ma nato in Italia) o «Io resto perché vi ucciderò tutti uno a uno».
Abbastanza da convincere il sostituto procuratore Bettini a chiedere il suo rinvio a giudizio e quindi in processo con accuse pesantissime, da cui ora l'uomo, assistito dagli avvocati Alessandro Cristofori ed Erica Zanetti, dovrà difendersi.

Con l'udienza preliminare fissata per il 27enne (all'epoca delle contestazioni di nemmeno vent'anni) davanti al giudice Natalia Giubilei per il prossimo 7 maggio.

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