Terni, l'esperto: «Inquinamento, la cura è negli alberi antismog»

Le risposte dell'agronomo dopo il taglio drastico alla pineta Centurini

Terni, l'esperto: «Inquinamento, la cura è negli alberi antismog»
di Monica di Lecce
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Martedì 19 Settembre 2023, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 23:03

AMBIENTE

Si sente tanto parlare del fatto che servono più alberi per "proteggere" la città dall'inquinamento. Ma quale tipo di alberi? Le piante che prendono il posto dei pini in viale Centurini avranno gli stessi benefici nella lotta contro l'inquinamento? A Terni, poi, c'è tutta questa carenza di verde? Sono questi più o meno gli interrogativi che rimbalzano in città a ogni taglio di alberi. Del resto la questione della forestazione urbana per contrastare l'inquinamento è uno dei temi d'attualità di cui si parla un po' in tutt'Italia. A Terni ci sono alcuni professionisti che hanno iniziato questo tipo di studi già una decina di anni fa, quando forse i tempi non erano ancora maturi, e oggi offrono il loro significativo contributo alla discussione. Esperti del settore si sono confrontati venerdì in un incontro formativo organizzato dall'Arpa Umbria, RemTech Expo (Ferrara Fiere), Iret- Cnr e Università della Tuscia sul tema "Nature-based Solution nel recupero ambientale e nella messa in sicurezza del territorio".
«Il rapporto pianta-inquinamento ha spiegato a margine dell'evento Paolo Sconocchia dell'Iret Cnr è molto complesso. Negli anni passati è stato fatto un certo tipo di scelte ma non c'erano le conoscenze di oggi. Ci sono delle piante che per le caratteristiche riescono a trattenere meglio il particolato, quelle per esempio che hanno la foglia ampia e pelosa. Ce ne sono altre che hanno "proprietà collose" o hanno degli arbusti che fanno più delle foglie. In generale le piante con le foglie trattengono più particelle di quelle aghiformi. Studi condotti, qualche anno fa, da Calfapietra e Scrigna su Terni con i dati reali dell'inquinamento e le aree di intervento, indicano, tra le piante "adatte", i lecci».
Sulla quantità di verde Sconocchia non ha dubbi. «Terni ha delle criticità storiche dice alberi ci sono e anche parecchi ma va fatto un lavoro di pianificazione in modo da sfruttare in maniera ottimale il verde e i servizi che può offrire. Il verde va visto non come un accessorio ma come una infrastruttura verso la quale va fatta una programmazione specifica». Secondo Paolo Sconocchia ad oggi «la pianta è pensata in modo additivo e viene considerata come un costo, ma attraverso una pianificazione e una gestione programmata, l'albero collocato nel posto giusto, nel modo giusto può diventare una risorsa».
L'esperto dell'Iret Cnr pensa per esempio ai benefici sulla salute, e a tal proposito ricorda gli studi Cnr e Cai sulla terapia forestale, e sulla lotta ai cambiamenti climatici. «Riducendo le superfici impermeabili dice - con interventi di depavimentazione, utilizzando materiali traspiranti, creando corridoi ombreggiati, si riuscirebbe a ridurre di un grado, un grado e mezzo la temperatura». In pratica l'invito è a cambiare modo di pensare. «L'obiettivo è di arrivare alla gestione del verde come infrastruttura prosegue Sconocchia in questo senso in Italia non stiamo andando spediti. Bisogna guardare in avanti e non avere paura di correggere eventuali errori del passato». L'incontro di venerdì si inserisce nel programma di Isola Prossima, il festival dell'Arpa che propone in tutta l'Umbria incontri ed eventi culturali «attraverso i quali spiega il direttore di Arpa Umbria, Luca Proietti stimolare l'aspetto emozionale rispetto alle tematiche dell'ambiente».
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