Rifiuta di sposare una connazionale, indiano aggredito in strada a Terni. «Mi avevano offerto anche 30mila euro»

«Ripetevano che mi avrebbero ammazzato. Li conosco, quelli fanno sul serio. Mi hanno punito perché non ho accettato di sposare una mia connazionale»

Rifiuta di sposare una connazionale, indiano aggredito in strada a Terni. «Mi avevano offerto anche 30mila euro»
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 27 Dicembre 2023, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 00:08

«Ripetevano che mi avrebbero ammazzato. Li conosco, quelli fanno sul serio. Mi hanno punito perché non ho accettato di sposare una mia connazionale». Anil, origini indiane, è a terra e perde molto sangue dalla testa. Mentre aspetta l’arrivo dell’ambulanza del 118 è lucido e racconta l’aggressione. In tre l’hanno colpito alle spalle mentre era seduto in piazza Solferino, a Terni, a due passi dal palazzo comunale. Un agguato vero e proprio, racconta la vittima ai carabinieri, una spedizione punitiva che sarebbe stata organizzata da tre uomini che volevano convincerlo a sposare una sua connazionale che nemmeno conosce. E a fronte della sua riluttanza gli avevano offerto addirittura 30mila euro. «Ma io ho detto di no, non intendo sposare una ragazza che nemmeno conosco». 

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L’AGGRESSIONE

La brutale aggressione va in scena alle nove e mezza della sera di Natale. Anil, quarantenne indiano che vive a Terni da anni, ha con sé un borsone sportivo dove tiene le coperte per le notti passate a dormire sulle panchine. La sua residenza è a Borgo Bovio, dove vive la sua compagna attuale, ma lui da qualche tempo, per ragioni al vaglio degli investigatori dell’Arma (che potrebbero essere legate alle gesta di una banda che organizza matrimoni), dorme per strada. Anil, senza precedenti, in città è molto conosciuto e per tutti è una brava persona. Si arrangia a distribuire rose nei locali della movida e a fare piccoli lavori dopo aver perso il lavoro. Qualcuno per Natale gli ha regalato un panettone, che appoggia sulla balena di piazza Solferino dove è seduto a scattare un selfie.

Dal nulla spuntano tre giovani indiani. Lo aggrediscono alle spalle, gli ripetono che deve morire. Lo bloccano e lo colpiscono più volte con un ombrello tra la nuca e il collo. Lui cade a terra e inizia a perdere molto sangue, i tre aggressori spariscono nel nulla. Una famiglia che passeggia in piazza lo soccorre e chiama il 118. Anil, nonostante la profonda ferita alla testa e il sangue che continua ad uscire, resta cosciente. «Volevano ammazzarmi - ripete ai carabinieri intervenuti sul posto - quello che hanno fatto potete vederlo dalle telecamere della videosorveglianza». 

IL RACCONTO

Le ragioni alla base dell’agguato le racconta la vittima, che fornisce ai militari anche i nomi dei suoi aguzzini. «Volevano coinvolgermi in quello che in Italia è un reato - dice - ma io sono una brava persona. Volevano convincermi a sposare una mia connazionale che sarebbe dovuta arrivare in Italia per farle prendere la cittadinanza e la residenza a Terni. Mi hanno anche promesso 30mila euro ma io non ho accettato. Ripetevano che devo morire». Arriva l’ambulanza del 118, che presta le prime cure sul posto prima di caricare l’uomo per trasportarlo in ospedale. La profonda ferita impone diversi punti di sutura. Per gli investigatori dell’Arma un delicato lavoro per ricostruire quel quadro d’illegalità legato ai matrimoni combinati denunciato dalla vittima. Che ha fatto nomi e cognomi dei connazionali che l’hanno aggredito e che ora saranno sentiti dai carabinieri. I militari hanno acquisito anche i filmati girati dalle telecamere installate sull’edificio della biblioteca comunale.

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