Il giorno dopo l'attentato a Barcellona,
i ternani in vacanza: “Dolore, non rassegnazione”

Il giorno dopo l'attentato a Barcellona, i ternani in vacanza: “Dolore, non rassegnazione”
di Sara Simonetti
2 Minuti di Lettura
Venerdì 18 Agosto 2017, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 16:19
TERNI Il giorno dopo l'attentato a Barcellona, è quello della rabbia, del dolore, dell'angoscia. Ma non quello della rassegnazione. «La paura c'è, tanta – racconta Giulia Fiaschini, ragazza di Narni da pochi mesi trasferitasi nella capitale spagnola – la città è presidiata. Si è osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime ma non si è fermato nulla. I negozi sono aperti, così come gli uffici, la gente è in strada. Si reagisce, nella paura, nell'angoscia che possa riaccadere, ma si va avanti. Speriamo solo sia finita, vedremo come evolverà la situazione nelle prossime ore ma di sicuro non stiamo tranquilli». Giulia, al momento dell'attentato, si trovava a pochissimi metri dal luogo della tragedia. Era seduta in un taxi, stava tornando a casa dal lavoro quando si è resa conto di ciò che stava accadendo di fronte ai suoi occhi. «E' stata un'esperienza bruttissima – continua a raccontare – mentre tutti scappavano via io gli andavo in contro perché il mio appartamento si trova proprio nella zona dell'agguato. E' stato un incubo».
Barcellona è stata colpita al suo cuore pulsante, su quella Rambla che è il fulcro della sua vita mondana. Ma la gente prova a reagire con tutte le forze seppur nella paura e nella disperazione. A salvare Ileana Ricci, ternana, trasferitasi da un anno a Barcellona con il marito e una bambina, è stato il destino che, pochi minuti prima, ha voluto salisse su un autobus diretto a casa. «Mi trovavo a Plaza Catalunya – racconta - ma avevo appena preso l'autobus quindi sono riuscita a tornare a casa. Una manciata di minuti prima dell'agguato ero passata per la Ramblas ed era tutto tranquillo, pieno di turisti come sempre». La folla, stamattina, proprio in quella piazza ha lanciato al cielo il grido “Non abbiamo paura” ma la tensione, innegabilmente, si respira nell'aria. «Ho una bambina piccola – aggiunge Ileana - non mi sento più tranquilla nel frequentare i posti più turistici o affollati della città, per un po' eviterò». Mattia Lardani, originario di Castel Viscardo ma ormai residente da anni nella città catalana, ha vissuto la paura attraverso gli occhi dei suoi clienti. «Lavoro in un hotel – dice Mattia – non ho sentito nulla ma lo sguardo terrorizzato dei turisti che soggiornavano nella struttura ha detto tutto». 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA