Fino a qui, tutto normale, se non fosse che al suo arrivo davanti alla struttura l’uomo, un perugino di 43 anni, si accorge che è chiusa. Bassa stagione e porte sprangate. L’uomo allora prende la sua valigia e torna indietro: destinazione la caserma dei carabinieri. Primo, non sa dove andare, secondo, è ben cosciente che la misura cautelare disposta dal Riesame gli può essere revocata se la viola. Purtroppo il suo rigore finisce qui. Perché nell’attesa che i carabinieri cerchino una sistemazione alternativa, il perugino inizia a chiamare a raffica la moglie. Una, due, quattro telefonate. Per arrivare a tredici, ma non vincere nulla se non la paura della moglie che chiama la polizia. Intanto, i carabinieri lo mandano a dormire in un albergo, a spese sue. Una bella camera, un letto morbido dopo tre mesi a Capanne: una dolce pacchia che finisce appena il pm Gemma Miliani viene a sapere delle tredici telefonate alla vittima dei suoi maltrattamenti. Il magistrato chiede al gip Luca Semeraro di rispedirlo in carcere e il giudice non ha dubbi: la vacanza premio è durata solo 24 ore.
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