Hiv, in Umbria 45 nuovi casi nel 2023. «Prevenzione decisiva, le cure possono neutralizzarlo»

Hiv, in Umbria 45 nuovi casi nel 2023. «Prevenzione decisiva, le cure possono neutralizzarlo»
di Egle Priolo
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 08:19

PERUGIA - Un aumento, in linea con il dato nazionale, ma ancora tutto da inquadrare. Perché le cause sono ancora in fase di investigazione. Il dato certo è questo: da inizio anno sono 45 i nuovi casi di contagio da Hiv, un dato in crescita, che segue il trend nazionale e quello dell’anno precedente. Ma c’è un “però” molto importante di cui è impossibile non tenere conto: i due anni di Covid. La curva in aumento infatti è seguente al post pandemia. E questo potrebbe voler dire molto.

«Ad esempio che durante la pandemia i test e dunque le diagnosi sono diminuiti, oltre inevitabilmente alle possibilità di contagio». Lo spiega la presidente di Anlaids Umbria, Giulia Gamboni. Che sottolinea come «con i dati del 2023 sarà ancora più chiaro dare un’interpretazione a questo incremento. Al momento possiamo dire che l’Umbria è in linea con il picco di incremento registrato a livello nazionale ma, ripeto, sono dati provvisori».
Insomma, elementi tutti da analizzare e con la massima attenzione. Anche perché l’Hiv oggi fa decisamente meno paura di trenta anni fa. «Oggi la risposta che danno le terapie è ottimale - continua Gamboni -, al punto di poter arrivare ad azzerare la carica virale, così che una persona di fatto smette di trasmettere l’infezione. Intendiamoci, non è possibile cancellare il virus, ma si può vivere e convivere con l’Hiv senza più trasmetterlo».

LE FARMACIE
Ma è fondamentale la prevenzione. Ridurre cioè al minimo i comportamenti sessuali a rischio («modalità prevalente di trasmissione, ormai le problematiche relative a trasfusioni sono sotto controllo») e fare i test quanto più possibile. Ecco dunque che anche per il 2023 le farmacie umbre sosterranno la Giornata Mondiale per la Lotta all’Aids, che si celebra ogni anno il primo giorno di dicembre. Ben 230 presidi sanitari territoriali con la croce verde metteranno così a disposizione dei cittadini profilattici omaggio e locandine informative all’interno delle quali sono ben indicati i punti ospedalieri dove è possibile fare il test Hiv. «È fondamentale avallare messaggi preziosi per la tutela della salute – sottolinea la presidente di Federfarma Umbria Silvia Pagliacci -.

Negli ultimi anni il Covid ha un po’ messo in secondo piano tante urgenze sanitarie, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono altre problematiche. Come il virus Hiv che a livello mondiale, provoca ancora infezione e morte. Ed anche per questo le farmacie sono luoghi strategici per far aumentare nei cittadini la forza del concetto di prevenzione».

Fare il test. Ma farlo prima del comparire dei sintomi in maniera evidente e continua. «Il dato che rimane costante è quello di una percentuale sempre alta di persone che fanno il test quando hanno già dei sintomi - dice ancora Gamboni -. Tra chi si sottopone al test, il 40 per cento lo fa quando ha già dei sintomi. Su questo vogliamo intervenire per lavorare di prevenzione, con una collaborazione tra Federfarma Umbria e Anlaids, perché le farmacie continuano a svolgere un ruolo essenziale per la tutela della salute dei cittadini. Se le persone che si espongono a rischio non fanno il test in maniera abituale, si arriva a diagnosticare un’infezione tardiva che poteva essere invece individuata all’inizio. Ricordo tra l’altro che al Day Hospital della Clinica di Malattie Infettive di Perugia è attivo l’ambulatorio PrEP (profilassi pre-esposizione per Hiv), inaugurato nel 2019 e che dopo la fase pandemica ha incrementato progressivamente la propria attività. È l’unico centro PrEP della regione, che si occupa di prevenzione dell’infezione da Hiv e delle altre Ist (infezioni a trasmissione sessuale). Sono almeno 100 le persone che hanno effettuato un accesso in ambulatorio e la maggior parte di queste è entrata nel programma PrEP e viene seguita con regolarità per le prescrizioni della profilassi e le visite di controllo, partecipando a un monitoraggio attivo delle Ist».

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