PERUGIA - Il passaggio da zona arancione a zona rossa, e pure rinforzata, ha acuito l'allerta e anche soprattutto l'intolleranza ai disagi, come quelli registrati nelle aule di giustizia della città. E negli ultimi giorni, nonostante i provvedimenti presi immediatamente dopo l'ordinanza della Regione, sono appunto aumentati fino alla rabbia i mal di pancia in tribunale, soprattutto al penale di via XIV Settembre. Dove il personale e l'utenza si sono accodati alle proteste, per esempio, dei difensori d'ufficio per le finestre spesso chiuse, senza ricambio dell'aria, assembramenti nelle aule fin troppo piccole e insomma una percezione del rischio contagi considerata troppo alta.
Le segnalazioni di difficoltà nella gestione dell'emergenza non sono decisamente mancate, tra richieste di rinvii delle udienze o addirittura di una nuova sospensione dell'attività, ma per cui notoriamente è necessario una disposizione del governo nazionale e del ministero della Giustizia. In mancanza, quindi, di un decreto simile a quello della primavera scorsa, l'atteggiamento intrapreso ancora una volta da avvocati, magistrati e dagli stessi dipendenti è di uno sforzo comune per delimitare i disagi che in realtà il Covid ha solo amplificato.
Il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Perugia, presieduto da Stefano Tentori Montalto, e la Camera penale, con il presidente Vincenzo Bochicchio, da giorni infatti sono in costante contatto con la presidente del tribunale Mariella Roberti, proprio per concordare e perfezionare soluzioni per le situazioni che destano maggiore preoccupazione all'utenza. Si stanno quindi definendo con i capi degli uffici operazioni condivise per limitare gli accessi in tribunale ed evitare così assembramenti e soprattutto - per venire incontro alle esigenze di chi magari è costretto dal ruolo a piantonare le aule tutto il giorno - ripristinare il collegamento da remoto per i difensori d'ufficio. Gli stessi magistrati, secondo quanto risulta, dopo le sollecitazioni degli avvocati hanno rivisto i ruoli, spesso considerati troppo lunghi e “compatti”, con troppe udienze in un giorno e file anche solo per un rinvio, in una situazione già complessa e critica. Un insieme di accorgimenti e procedure più snelle, compresa la controcitazione dei testimoni, proprio per superare questo momento di massima allerta e trovare soluzioni condivise che non ingolfino ancora il sistema ma garantiscano quelle situazioni di sicurezza per lavorare e ottenere giustizia.
Non può essere tutto rose e fiori, come è chiaro.