Gioco d'azzardo, bruciati due milioni
al giorno: incentivi per chi toglie le macchinette

Gioco d'azzardo, bruciati due milioni al giorno: incentivi per chi toglie le macchinette
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Martedì 4 Febbraio 2014, 18:16 - Ultimo aggiornamento: 18:17
PERUGIA - Quella del gioco d'azzardo una patologia che si sta diffondendo, sempre di pi, anche in Umbria. I dati regionali sono sovrapponibili a quelli nazionali, con il 47 per cento di adulti che ha giocato almeno una volta e l'8 per cento di questi che diventa giocatore problematico.



In Umbria, secondo una stima, sono 1.480 gli esercizi che alloggiano le cosiddette new slot machine e videolottery.



Due milioni di euro i soldi giocati, al giorno, nei primi sei mesi del 2013, per un totale di 365 milioni di euro. I giocatori sono soprattutto uomini adulti, ma anche le donne e i giovani «si stanno avvicinando pericolosamente». Italia e Umbria sono inoltre «sovrapponibili» anche per quanto riguarda i giochi più utilizzati (al primo posto gratta e vinci, e poi lotto, scommesse sportive, gioco con carte, giochi online) e luoghi preferiti (in ordine, bar-tabacchi, casa di amici, sala scommesse, internet).



Tuti dati preoccupanti, questi, che fanno parlare di «una piaga che sta diventando emergenza»: così ha definito la situazione umbra la vicepresidente della Regione Umbria ed assessore alle politiche sociali, Carla Casciari. L'occasione era l'annuncio dell'avvio di un dialogo a 360 gradi con tutti i soggetti coinvolti e in particolare della presentazione del gruppo di lavoro regionale ed intersettoriale per il contrasto alla prevenzione ed al trattamento del gioco d'azzardo patologico, istituito dalla giunta regionale nel novembre dello scorso anno. Obiettivo quello di approvare poi un disegno di legge.



«Il gioco d'azzardo è classificato come disturbo psichiatrico e del controllo degli impulsi, dà assuefazione creando una dipendenza che ha bisogno di terapie ma soprattutto di prevenzione e non certo di proibizionismo», ha affermato Sonia Biscontini, direttrice del dipartimento per le dipendenze di Foligno e Spoleto, la quale ha portato la testimonianza della prima struttura in Umbria che si è occupata di questa patologia.



Nel 2010 e nel 2011 i casi trattati erano 4-5 l'anno, nel 2012 sono passati a 26 (23 maschi e 3 femmine) e nel 2013 a 52 (47 maschi e 5 femmine), mentre nel primo mese del 2014 già sono 5 i nuovi ingressi di giocatori al servizio. «Dati che sono la punta di un iceberg», ha commentato la direttrice.



Giovedì prossimo si riunirà per la prima volta il tavolo di lavoro, con all'interno gli assessorati alla sanità, sociale, commercio e tutela dei consumatori, ed anche Anci, Associazione Libera e associazioni di categoria (consumatori, confcommercio, confesercenti). Per avviare un'azione sinergica che attui la prevenzione, secondo la Casciari «è importante coinvolgere anche i commercianti». «Per questo - ha aggiunto - daremo una specie di marchio agli esercizi che si dimostrano 'slot freè, incentivando le attività commerciali che non utilizzano queste macchine».
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