Fine vita, la Procura di Perugia apre un'inchiesta sul caso di Laura Santi

Laura Santi e il marito Stefano Massoli
di Egle Priolo
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Venerdì 2 Giugno 2023, 16:22

PERUGIA - Fine vita e nessuna risposta dopo oltre un anno, per il caso di Laura Santi la procura di Perugia ha aperto un fascicolo a carico di ignoti dopo la denuncia per omissione d'atti d'ufficio nei confronti della Asl Umbria 1.
Come raccontato ieri, Laura – giornalista, attivista, consigliera generale dell'associazione Luca Coscioni – è affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla.

Ama la vita, nonostante la stia mettendo a dura prova, ma ha chiesto di poter scegliere. Ha chiesto di essere «libera fino alla fine». Ha chiesto «una risposta completa che consenta di concludere la procedura per accedere all'aiuto al suicidio assistito» come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019, ma la Asl non ha risposto per mesi, fino all'ammissione che «il Comitato Etico non ha ancora un assetto organizzativo ed operativo per esprimersi nella materia, sancendo definitivamente l’impossibilità per Laura Santi di completare il percorso». Abbastanza per presentare ai carabinieri una denuncia che ha dato il via al fascicolo aperto dagli uffici diretti da Raffaele Cantone. Un atto dovuto, secondo quando appreso dall'Ansa, dopo la formalizzazione dell'esposto. Con l'associazione Luca Coscioni e la stessa Santi che seguiranno da vicino la vicenda. A cui si aggiunge l'avvio di un'azione civile. Laura e il suo legale, l'avvocato Filomena Gallo, hanno depositato un ricorso d'urgenza in tribunale in cui si chiede un ordine del giudice nei confronti dell'Azienda sanitaria che deve adempiere al completamento della procedura di verifica anche delle modalità e il parere del Comitato etico. La prima udienza in tribunale è prevista il 20 giugno e Laura Santi, a bordo della sua Pinkie, sarà in aula in piazza Matteotti a chiedere risposte. «Quando ho i miei momenti di down, quando la fatica neurologica mi succhia tutte le energie, beh sì, in quei momenti alla morte ci penso – ha raccontato Laura su queste colonne solo ieri -. Però alla fine io vado avanti perché ho parecchie cartucce ancora da sparare. Ma ho iniziato questo percorso perché voglio mettere in banca un pezzetto di carta che mi dica “Sei libera”. Libera di scegliere».
L'associazione Luca Coscioni ha intanto reso noto di avere scritto a tutti i consiglieri regionali umbri per chiedere la disponibilità a sottoscrivere o presentare attraverso un'iniziativa diretta la proposta di legge “Liberi subito” sull'aiuto alla morte volontaria assistita. «C'è necessità e urgenza – ha spiegato Marco Cappato - di intervenire anche a livello regionale, vista la latitanza persistente del Parlamento, per definire i tempi e le modalità con cui le persone malate hanno diritto di ricevere una risposta, ai sensi di una sentenza costituzionale che ha valore di legge e dunque deve essere applicata senza discriminazioni».

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