I portoghesi del Fisco: fatture false
da Madeira, nei guai azienda chimica perugina

I portoghesi del Fisco: fatture false da Madeira, nei guai azienda chimica perugina
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Mercoledì 4 Giugno 2014, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 11:57
PERUGIA - L'accusa evasione fiscale internazionale. Nel mirino del Nucleo polizia tributaria di Perugia un'azienda del capoluogo specializzata in prodotti chimici per l'edilizia e il restauro monumentale e residenziale, accusata di aver sottratto al fisco milioni di euro esportati nell'isola porotghese di Madeira, a fiscalit privilegiata.



Nel corso della verifica fiscale è infatti emerso che la società perugina ha acquistato brevetti industriali per oltre 6.500.000 euro da una società portoghese, con sede nella zona franca di Madeira. Nutrendo dubbi sulla veridicità e congruità di tali operazioni, i finanzieri, facendo ricorso alla convenzione per evitare le doppie imposizioni sui redditi, hanno richiesto un controllo all’amministrazione fiscale portoghese i cui accertamenti hanno permesso di appurare che la società portoghese era in realtà riconducibile agli stessi imprenditori umbri e che la stessa non aveva realizzato alcuna ricerca non disponendo delle necessarie strutture operative.



Le successive indagini, autonomamente effettuate dalla guardia di finanza, hanno inoltre consentito di scoprire che l’attività di ricerca per la realizzazione dei brevetti era stata in realtà svolta presso i laboratori della stessa società italiana e che quindi le fatture emesse dalla società di Madeira relative alla cessione dei brevetti oggetto di approfondimento erano da ritenersi relative ad operazioni oggettivamente inesistenti, emesse al solo fine di consentire alla società italiana l’evasione delle imposte sui redditi nonché il trasferimento di utili nell’isola di Madeira, paese a fiscalità privilegiata.



Alla società sono stati quindi contestati costi non deducibili per oltre 6.500.000 euro ed iva indetraibile per oltre 1.400.000 euro; il rappresentante legale è stato inoltre denunciato per l’utilizzo nella dichiarazione fiscale della società delle fatture false al fine di abbattere illecitamente le imposte dovute. Alla luce degli elementi probatori raccolti dai finanzieri, per evitare il sequestro dei beni all’imprenditore non è restato che aderire all’accertamento fiscale, chiudendo la pratica con il versamento nelle casse dell’Erario di oltre 2 milioni di euro a titolo di imposte evase e relative sanzioni.
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