Droga, furti e violenze: in Umbria criminali a meno di 14 anni

Il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani
di Egle Priolo
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Giovedì 9 Novembre 2023, 11:32

PERUGIA - Diminuiscono i casi di stalking ma aumentano le lesioni in famiglia. Restano alti i furti in casa, anche se a Terni, per esempio, si sono abbattuti di quasi due terzi i reati contro il patrimonio. Non ci sono radicamenti di associazioni mafiose, ma collegamenti stabili con sodalizi criminali del sud Italia. E l'Umbria, prima a Perugia e adesso nel Ternano, è «divenuta punto di riferimento per lo spaccio di sostanze stupefacenti anche per acquirenti esterni al territorio regionale». Con un «preoccupante aumento di reati commessi dai minorenni», con denunce triplicate ai ragazzi minori di 14 anni, «sintomo di un disagio ben più grave a cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo». Eccola qui l'Umbria dei reati, disegnata dal procuratore generale Sergio Sottani nella sua relazione al pg della Corte di cassazione in previsione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2024.

Sottani in quattro pagine fitte di numeri e riflessioni abbozza il quadro del distretto umbro, partendo dalle 40mila iscrizioni e altrettante definizioni di procedimenti: numeri desunti dall'esame dei dati forniti dalle procure di Perugia, Terni, Spoleto e dei minorenni. Dall'analisi emerge come traffico di sostanze stupefacenti e furti in abitazione non siano fenomeni nuovi ma «ormai radicati», mentre sono sempre «più manifesti i segnali delle infiltrazioni mafiose».
Riguardo la droga Sottani ricorda come i canali di approvvigionamento siano stati individuati in «circuiti internazionali» mentre «le notevoli quantità di sostanze stupefacenti sequestrate nella regione dimostrano sia la capacità delle organizzazioni criminali di garantire un flusso ininterrotto di droghe sia la notevole domanda». Domanda non solo di giovani, ma anche di «persone adulte, professionalmente e socialmente affermate».
Sui furti, invece, il pg Sottani sottolinea il fenomeno del «pendolarismo criminale» degli autori delle razzie, «con soggetti che conducono spedizioni mirate per commettere tali reati».
Discorso a parte, scrive il procuratore generale, merita il fenomeno della devianza minorile, tra lesioni e rapine (in crescita), violenze sessuali e autori sempre più giovani. «Riguardo la criminalità minorile nel distretto – mette in fila Sottani -, spiccano i delitti contro l’incolumità personale (170 a fronte dei 133 dell’anno precedente), ed in particolare le lesioni personali (100), seguono i furti (98 di cui 25 fattispecie aggravate), anche se non mancano casi di tentato omicidio o reati sessuali. Rimangono stazionarie le risse (7), mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio. Rilevante il numero dei danneggiamenti, mentre scendono i reati di estorsione, a differenza del forte aumento dei procedimenti per rapina (3 estorsioni e 38 rapine a fronte di 7 estorsioni e 18 rapine del periodo precedente). Desta preoccupazione il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42), così come risulta in aumento il numero dei reati commessi da infraquattordicenni (34 fattispecie a fronte di 10)».
«Il dato sulla criminalità minorile – insiste il pg - sembra sempre più riflettere quella condizione di disagio sociale adolescenziale, comune a tutti i minorenni sia nazionali che di provenienza straniera, a cui l’apparato repressivo può fornire solo una risposta occasionale ed episodica, ma la cui soluzione impone un contesto di recupero della devianza, mediante un’attività integrata che coinvolga in primo luogo la scuola, quindi i servizi sociali e, più in generale, gli enti pubblici.

In questo ambito rientra il progetto condiviso con la Presidente della Sezione Civile della locale Corte d’Appello, che ha portato alla rivitalizzazione del “Tavolo Integrato di confronto permanente su famiglia e minori”, istituito con un Protocollo del febbraio 2019, ma che era di fatto inoperante».

A proposito di tavoli e buone prassi, il procuratore generale ricorda l'impegno a favore delle vittime da “codice rosso” e quindi di violenza di genere, per cui Sottani torna a chiedere un «costante monitoraggio da parte del pubblico ministero dei vari e singoli procedimenti in carico, al fine di selezionare e cogliere indici di rischio originari o sopraggiunti, dando anche impulso di ufficio alle attività della polizia giudiziaria e vigilando con particolare rigore alla scrupolosa attuazione da parte della stessa delle direttive fornite ivi compresa la tempistica degli accertamenti».

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