Doping nelle palestre a Perugia: l'inchiesta si allarga, altri quattro indagati. Spunta anche un caso di estorsione

Il pm Mario Formisano che coordina l'inchiesta
di Enzo Beretta
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Maggio 2023, 07:27
L’inchiesta sui presunti casi di ricettazione e commercio illecito di anabolizzanti e farmaci ad azione stupefacente destinati ad atleti di body-building si allarga. E se solo poche settimane fa un’intera famiglia - marito, moglie, madre e padre - ha patteggiato le proprie condanne da tre anni a venti mesi di reclusione, è solo di poche ore fa la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altre quattro persone, frequentatori di palestre, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, ricettazione e tentata estorsione.
Stando a quanto si legge nelle carte del pubblico ministero due indagati in concorso con l’eugubino finito agli arresti domiciliari nel novembre scorso «acquistavano e trasportavano a Perugia farmaci e sostanze idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti» attraverso «canali diversi dalle farmacie». Dalle indagini è emerso che il principale imputato (difeso dall’avvocato Ubaldo Minelli) aveva ordinato un carico di diecimila euro di sostanze dopanti al proprio fornitore bulgaro: a «ritirare la partita di farmaci dopanti» andò un indagato che «subito dopo simulava un finto sequestro delle forze dell’ordine» per poi «pretendere» dall’eugubino «una somma a titolo di riscatto». Tentata estorsione per la Procura: «Mediante la minaccia di privarlo definitivamente delle sostanze dopanti (…) compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringerlo a corrispondergli quattromila euro che richiedeva in diverse comunicazioni quale sorta di riscatto per procedere alla restituzione delle medesime sostanze di cui si era appropriato, non riuscendo nel suo intento» anche per «l’intervento come mediatore di un conoscente comune». L’indagato deve, inoltre, difendersi dall’accusa di ricettazione avendo ricevuto «un quantitativo di Oxandrolone, sostanza steroide anabolizzante»; sempre di ricettazione si parla in relazione all’acquisto di una confezione di Proviron da parte di un altro indagato, al quale sono state sequestrate nella sua abitazione di Corciano «un flacone di Primobol» e una confezione di «Human resorces masteron», sostanze simili a quelle rinvenute nelle abitazioni di Foligno e Magione ad altri due indagati. Gli indagatio sono difesi dagli avvocati Luca Valigi, Luca Maori, Rossano Monacelli, Cristina Rastelli e Carla Ragna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA