Davide ucciso, lettera di minacce a Fabbri: «Infame, non hai scuse»

A sinistra Piero Fabbri
di Enzo Beretta
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Sabato 25 Febbraio 2023, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 09:09

«Il bastardo tienilo nascosto. Farà la fine che merita. L’infame assassino non ha scuse, si guardasse le spalle. La vendetta è un piatto da servire freddo, ma comunque verrà servito». È quanto si legge in una lettera di minacce contro Piero Fabbri, il cacciatore che l’11 gennaio scorso ha ucciso Davide Piampiano con un colpo di fucile sui Monti del Subasio per poi inscenare omissioni, bugie e depistaggi pur di allontanare i sospetti da sé. La missiva, scritta a computer, è stata inviata a mezzo posta all’indirizzo della parrucchieria della moglie dell’uomo scarcerato solo pochi giorni fa su ordine del giudice di Firenze che ha derubricato l’iniziale accusa di omicidio volontario con dolo eventuale in delitto colposo. Il muratore è sottoposto all’obbligo di firma. In grassetto sul foglio bianco è scritto «Via dalla nostra terra». Assisi. L’avvocato Luca Maori, difensore dell’indagato, sostiene che questo episodio non è altro che la prosecuzione di alcune offese iniziate nelle scorse settimane sui social network: «Abbiamo subito notiziato i carabinieri che svolgeranno indagini. Abbiamo intenzione di chiedere la tutela di Fabbri alle forze dell’ordine. Questo episodio non è altro che un’escalation della violenza verbale iniziata su Facebook e sugli altri social. Quanto prima presenteremo una denuncia querela per minacce gravi». Sulla busta a fianco al francobollo con l’immagine di Lucio Dalla il timbro del Centro di meccanizzazione postale di Firenze.

Sulle minacce esprime la propria opinione anche la famiglia Piampiano, la quale attraverso l’avvocato Franco Matarangolo «vuol far sapere che, avendo letto quanto riportato dalla stampa su minacce via lettera anonima a Piero Fabbri, prende le distanze e stigmatizza tali metodi violenti, che si nascondono dietro l’anonimato, sperando di farla franca.

Per la dolorosissima perdita di Davide non chiediamo vendetta ma solo un responso chiaro e approfondito dalla giustizia terrena». I familiari della vittima sperano che «le indagini degli inquirenti possano scoprire i responsabili del grave gesto, ovunque gli stessi si annidino».

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