Liste d'attesa, Tac di notte per recuperare 50mila prestazioni arretrate

Liste d'attesa, Tac di notte per recuperare 50mila prestazioni arretrate
di Luca Benedetti
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Venerdì 28 Maggio 2021, 11:00

PERUGIA - La sfida è complessa e ci si gioca il futuro della sanità post Covid al di là dei conti. Perché rimettere in piedi le prestazioni extra ricoveri è tosta. Sul tavolo dell’assessorato regionale alla Sanità c’è un numero che fa tremare le vene ai polsi: 50.895. Tante sono le prestazioni che la sanità regionale, tra polemiche, assunzioni vere, a tempo e braccio di ferro con i sindacati, deve ancora digerire per tornare in linea di galleggiamento.
«Stiamo predisponendo una delibera- anticipa all’assessore alla Sanità Luca Coletto- una delibera per ridurre le liste d’attesa. Se sarà necessario anche Tac e risonanze magnetiche si faranno non solo nei giorni festivi, ma anche con le aperture serali». La musica sugli orari delle aperture delle prestazioni specialistiche non è nuova, ma stavolta non si può steccare sennò il sistema rischia di vacillare di brutto. In mezzo anche una partita dei soldi con mezzo miliardo che il Governo deve mettere sul piatto. Le Regioni aspettano.
Intanto, gli ospedali si riorganizzano. Dopo il week surgery(la ripresa degli interventi programmati) a cui al Santa Maria della Misericordia di Perugia ha lavorato il direttore sanitario ponte, il prof Giuseppe Ambrosio che ha lasciato il testimone a Giuseppe De Filippis, continua il riassetto dei reparti no–Covid.
In ambito di area medica, infatti, per poter rispondere all’aumentata richiesta di ricovero per pazienti affetti da patologie no-Covid internistiche di alta complessità, sono stati riattivate le aree di degenza delle strutture di Geriatria, Medicina del Lavoro, Medicina Interna e Scienze Metaboliche e Medicina Interna.
Da martedì è anche ripresa l’attività di Osservazione Breve Intensiva di Pronto Soccorso, con 10 posti letto di Obi tutti dedicati all’assistenza dei pazienti non-Covid. L’organico del personale del Pronto Soccorso è stato integrato con due medici, naturalmente con contratto di lavoro a tempo indeterminato, specialisti in medicina d’urgenza, uno proveniente dalla Regione Lazio e l’altro dalla USL Umbria 2.
«Si è assistito negli ultimi giorni ad un elevato flusso di persone in Pronto Soccorso, sia di codici rossi e gialli che di codici bianchi e verdi – sottolinea il dottor Paolo Groff, direttore del Dipartimento di Emergenza ed Urgenza dell’Azienda Ospedaliera di Perugia – per questo vorrei inviare un messaggio alla popolazione che presenta lievi patologie di rivolgersi alla medicina territoriale dove possono trovare una adeguata risposta sanitaria senza intasare il Pronto Soccorso che rimane impegnato sulla presa in carico e gestione delle situazioni di emergenza grave».
«Per rispondere sempre nella miglior maniera al quadro epidemiologico della regione – spiega Marcello Giannico, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera – l’ospedale sta affrontando una fase di continua modifica dell’organizzazione con grandi sacrifici da parte del personale sanitario.

Senza esserci mai fermati, senza aver calato l’attività assistenziale e non avendo rifiutato nessun paziente il ritmo di lavoro è costantemente molto alto e quindi il personale merita un adeguato riposo. La sfida dei prossimi mesi dal punto di vista organizzativo – continua Giannico - è quella di incrementare significativamente le attività no Covid tenendo bene presente il vincolo di personale e tecnologica che dobbiamo comunque dedicare alla pandemia».

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