Presidente Tesei, come ha reagito alla pagella del Ministero?
«Ne ho parlato genericamente sabato notte durante la discussione sulle linee guida per il Dpcm, ma scriverò a Iss e ministro, così chiariamo una volta per tutte questo algoritmo che non risponde a verità. Il metodo di calcolo è errato e non tiene conto della situazione reale».
C’è stato un confronto sull’uso di tale parametro per evitare che fosse data un’informazione distorta?
«No, perché sono competenze dell’Iss e tale meccanismo non è oggetto di condivisione o relazione, come quelle che abbiamo nella Conferenza delle Regioni. Sono sistemi usati per fare questo calcolo, ma in questa fase di uscita dal contagio dimostrano che non rispondono alla reale situazione umbra. E questo è inaccettabile, ci danneggia senza motivo».
I numeri umbri del contagio raccontano altro.
«Anche nelle riviste scientifiche internazionali l’Umbria è vista come la regione più sicura e con prospettive turistiche importanti. Abbiamo meno di cento positivi attuali, solo due ricoverati in terapia intensiva e il tasso di letalità più basso d’Italia (5,13%) nonostante una popolazione anziana importante, la seconda dopo la Liguria. L’anomalia è evidente: basta vedere che altre regioni messe in una situazione più tranquilla della nostra secondo tale sistema, in un giorno certificano 100-200 contagi in più. Mi sto muovendo e sono certa che avremo chiarimenti importanti».
C’è chi parla di complotto politico, ma lei si è sempre dimostrata collaborativa col Governo.
«Io rispetto le istituzioni. Il mio ruolo è governare questa regione e lo sto facendo con tutta la mia capacità e il mio impegno. Non ne faccio una questione politica anche se c’è chi fa solo questo, ma lascio stare non ho il tempo di replicare».
L’Umbria corre il rischio di nuovi focolai?
«Abbiamo dimostrato che quando questo rischio si è materializzato, nelle due zone rosse avute, lo abbiamo circoscritto, mappato e risolto la situazione. Per il futuro ci appelliamo al senso di responsabilità degli umbri perché dobbiamo continuare ad essere attenti e rispettosi delle norme. Non c’è il “libera-tutti”, ma la necessità di gestire tale percorso con correttezza e senso di responsabilità: da questo dipende il futuro della regione».
Il cui destino è legato anche alla sua immagine.
«Oggi (ieri, ndr) partiamo con una promozione importante della nostra regione e faremo altre campagne perché l’Umbria è in grado di accogliere in sicurezza e in bellezza tutti coloro che dal 3 giugno, prima uno scambio tra le regioni non è possibile, vorranno venire».
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