«Nove milioni di persone hanno visto
il nostro clown sul Web»

Il clown killer
di Federico Fabrizi
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Domenica 18 Maggio 2014, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 16:58
MAGIONE - Mi pare che sia scoppiato tutto in un attimo, Diego il clown cattivissimo pi famoso del mondo. C' lui - in qualche scena lo sostituisce un amico - dentro quel costume giallo e rosso che ha fatto impazzire il Web. Diego Dolciami e Matteo Moroni, due ragazzi ventottenni di Magione, un anno fa hanno deciso di provarci: mettiamo i nostri video su YouTube e vediamo come va.

Il nome? Facile: “Dmtv”, che sta per Diego e Matteo. Un canale italiano (Dmtv Italia) e uno internazionale (Dm Pranks). Ora sono diventati un fenomeno per YouTube e per Google. «C'abbiamo un canale da mezzo milione».



Nel senso che il canale internazionale di Diego e Matteo ha raggiunto i 600mila iscritti. E tanto per avere un'idea di numeri: il video del clown lo hanno visto 9 milioni di persone in tutto il mondo. Alcuni lo hanno criticato, ma il contatore dei click non vuole saperne di fermarsi. I due hanno fatto esperimenti sociali: la curiosità di venere come si comportano le persone in situazioni particolari. E pure beneficenza. Una volta Matteo s'era travestito da barbone, lasciava che qualcosa gli cadesse in terra e la telecamerina registrava le reazioni dei passanti. E nei giorni scorsi hanno lanciato il loro clown. Terribile, con il ghigno che fa il verso al Pennywise di It e sono guai per chi lo incontra. Nel parcheggio di un centro commerciale, il clown prende a martellate la testa di un manichino che esplode in uno scroscio di sangue. In un'area di servizio si presenta di notte di fronte ad un ragazzo che sta facendo benzina e versa qualcosa - un liquido - da una tanica. A guardare la scena, pare proprio che la vittima si sia arrabbiata un bel po'. «Abbiamo aspettato tanto quella sera prima di trovare la persona “adatta” - raccontano i due - niente ragazze, niente persone anziane...». E poi il montaggio: quella è una specialità di Matteo.



Clown o no, Matteo e Diego sono convinti che con YouTube si possa lavorare. «Io per lavoro mi occupo di montare film - spiega Diego - lavoravo in un negozio di telefonia, non avevo la possibilità di esprimermi, non avevo modo di fare quello che davvero mi piace. Ho grande rispetto per il lavoro, per tutti i lavori, ma in tanti in Italia non si rendono ancora conto di cosa sia la Rete, di come funzioni e di cosa si possa effettivamente realizzare. La mia famiglia mi ha dato la possibilità di provarci, io lo sto facendo». Perché anche il Web ha le sue regole, alcune davvero ferree: «Sul canale internazionale non puoi copiare, assolutamente, non si può». Domanda semplice: ma dove avete studiato? «Abbiamo imparato in Rete, ci sono tutorial per fare qualsiasi cosa... ma non italiane, sono sbagliate e fatte male. Con quelle inglesi capisci una cosa chiaramente in un attimo: è facile». Poi contano i click, le visualizzazioni. Ed ora? «Adesso abbiamo pure una responsabilità: per il prossimo video si aspetteranno tanto da noi. Ci stiamo pensando, ma niente botto: ora ci ragioniamo su per bene».
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