PERUGIA - Apparentemente cittadini con documenti a posto. In viaggio da Malta all’aeroporto di Sant’Egidio. In realtà clandestini con documenti contraffatti, ma evidentemente falsificati così bene da trarre in inganno anche chi si è trovato a controllarli una volta scesi dal volo ed entrati in Italia attraverso la “porta” di Perugia.
Quanti? Non facile a dirsi. Sono centinaia i clandestini che dall’Africa a Malta hanno poi trovato in questo modo la possibilità di arrivare in Italia, con quello di Perugia che è uno degli aeroporti finiti nel mirino di un’inchiesta partita da Treviso e che ha interessato anche gli scali romani di Fiumicino e Ciampino, quelli di Orio al Serio, Napoli, Bari e Torino.
A Sant’Egidio il sospetto è che siano stati qualche decina gli stranieri che hanno tentato la fortuna evidentemente riuscendoci dopo aver esibito questi documenti.
LA RICOSTRUZIONE
Un trafficante di esseri umani è finito in carcere originario della Guinea. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza di Treviso e dalla Polizia di Anzio-Nettuno, si tratta del componente di una banda di tre connazionali che avevano ideato un sofisticato meccanismo per riuscire a far arrivare illegalmente i migranti irregolari sul suolo italiano.
IL CAPO
Come detto, a capo di questa vera e propria “mafia” dei documenti falsi ci sarebbe l’uomo arrestato in provincia di Roma nei giorni scorsi. Si è presentato al commissariato di Anzio-Nettuno per la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno, ed è stato qui che gli agenti si sono resi conto che sul suo conto i finanzieri avevano inserito nella banca dati una richiesta di arresto.
La tariffa fissata per ciascun ingresso irregolare variava tra i 450 e i 700 euro. L’operazione, chiamata «Maltàs Passeur», è partita nel dicembre 2019, quando, proprio all’aeroporto Antonio Canova di Treviso, sono stati fermati due clandestini che avevano entrambi lo stesso passaporto contraffatto, la cui identità apparteneva in realtà a una terza persona.