Cinque lauree in dieci anni: l'impresa di una giovane ternana, acqua e sapone

Cinque lauree in dieci anni: l'impresa di una giovane ternana, acqua e sapone
di Monica Di Lecce
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Domenica 11 Dicembre 2022, 10:38

L’ultima volta che ha indossato la corona d’alloro in testa è stata il 1° dicembre scorso, la prima volta nel 2012. In dieci anni si è laureata cinque volte. Ma guai a definirla un genio: a 33 anni, mamma di una splendida bambina di 3 anni e mezzo, ha già conosciuto il mondo del lavoro e si sente tutto fuorché una ragazza fuori dal comune.

Giulia Alvisini, ternana doc, acqua e sapone, ha scelto di rimanere qui a costruire il suo futuro e far crescere in questa città sua figlia. «Rispetto ad altre situazioni, Terni non offre tanto per cui capisco i ragazzi che vanno a studiare e lavorare fuori – dice – ma, anche forte della mia esperienza, sono fiduciosa che con l’impegno  questa città può riservare ai giovani, soddisfazioni». A guardare il suo curriculum ci si chiede come abbia fatto in una manciata d’anni a compiere il percorso che ha svolto, lavorando e studiando.

«La prima laurea è arrivata nel 2012 in servizi sociali - racconta Giulia - poi è arrivata la magistrale in sociologia, la magistrale in pedagogia, nel 2019 la triennale in psicologia e ora la magistrale sempre in psicologia. Le prime quattro lauree sono state conseguite presso l’Università degli studi di Perugia, l’ultima a Roma. Le materie umanistiche mi hanno sempre affascinata e lo studio non mi è mai pesato». La quarta laurea, quella triennale in psicologia, l’ha conseguita in un anno e mezzo, poi in un anno quella magistrale. E nel mezzo la maternità e una bambina di pochi anni da crescere.

«Quando sono andata a fare il test di ammissione per l’accesso a psicologia avevo con me mia figlia di pochi mesi – prosegue – mentre facevo l’esame lei mi aspettava fuori con mia madre. Ora che ha tre anni è mezzo, era con me anche alla discussione dell’ultima tesi di laurea».

Con una naturalità che nasce dalla consapevolezza delle proprie capacità, Giulia Alvisini racconta come è riuscita a conciliare gli impegni di mamma e della famiglia con lo studio e il lavoro. «Studiare – dice – mi ha sempre rilassato. Così è stato anche nei primi mesi e anni di vita di mia figlia. Il giorno ho dedicato il tempo a lei, la notte ho studiato ricaricando energie e scaricando anche le tensioni del giorno». Di certo, oltre a una bella presenza, ha anche un paio di grandi doti: la capacità di concentrazione e una memoria di ferro. «Se leggo un manuale da trecento pagine – racconta – non so come, ma me lo ricordo senza fatica. Non credo di possedere chissà quale dote speciale: lo studio mi viene facile e naturale». Giulia Alvisini ha un sogno nel cassetto che ora è a portata di mano. «Mi piacerebbe lavorare - rivela - nel campo della psicologia clinica o della psicologia del lavoro. Sotto il periodo del Covid questa ha avuto un grande impulso». Nel frattempo ha lavorato in un asilo e ora sta svolgendo attività di consulenza a genitori e adolescenti. «I ragazzi di oggi sono tanto annoiati, tanto fragili e senza interessi – dice – stanno tutto il giorno collegati ai social e si affidano a dei modelli che sono lontani dalla vita reale. E poi vivono in contesti, talvolta anche familiari, in cui è tutta competizione fine a se stessa a cominciare dal profitto scolastico. Il Covid non li ha aiutati in quanto non li ha fatti stare insieme. Gli adolescenti hanno invece bisogno di stare nel gruppo dei pari. Per uscire da questa situazione, i giovani d’oggi – conclude - dovrebbero riscoprire le passioni, coltivare qualche interesse, avvicinarsi, per esempio allo sport, quello sano, come attività che appassiona».

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