«Cercate nel laghetto la verità su Daniela»
Indagine per omicidio, c'è chi ricorda

Bettona, il luogo dove sono stati trovati i resti di Daniela Sanjuan
di Luca Benedetti
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Domenica 9 Ottobre 2016, 18:04
PERUGIA - Adesso che per la scomparsa e morte di Daniela Sanjuan c’è un fascicolo aperto per omicidio dalla Procura della Repubblica di Perugia (pm Giuseppe Petrazzini), i ricordi e le parole pesano di più. Pesano tanto perché quell’ipotesi di reato contro ignoti da una parte permette alla Procura di muoversi al meglio nell’inchiesta, dall’altra però accende paure, timori e ricordi. Ricordi come quelli di Gianluca Schippa, una vita in politica a Bettona come assessore. Uno che conosce gli angoli dei boschi dove c’è la struttura della cooperativa il Piccolo Carro da dove fuggì Daniela, come le sue tasche. E dopo aver letto, guardato la tv e pensato a quei giorni, ha deciso di spiegare. Perché per Schippa non c’è altra soluzione che cercare il motivo della morte di Daniela in quel piccolo specchio d’acqua che a Bettona conoscono tutti come il laghetto degli olandesi Gianluca Schippa, come assessore, seguì negli anni le vicende autorizzative del Piccolo Carro (era in giunta quando fu emanata l’ordinanza del 2002 in cui si diceva che la struttura non poteva ospitare minori), ma non è questo il punto.
Schippa racconta: «Il laghetto degli olandesi può essere un luogo chiave del dramma di Daniela. Mi ricordo bene che l’inverno 2013 fu particolarmente piovoso. Tanto che, qualche giorno prima che venissero trovati i resti poi, con il test del dna, attribuiti a Daniela, un tecnico del Comune, preoccupato dalla tenuta di quel piccolo specchio d’acqua, fece un sopralluogo. Ne tornò tranquillizzato perché il tubo del troppopieno era adeguatamente grande e l’acqua in eccesso defluiva nel fossetto dove sono stati trovati dal cacciatore i resti del cranio di Daniela. Quindi i resti della povera ragazzina non sono potuti uscire altro che dal tubo del troppopieno. Quindi erano nel laghetto, ma va capito come ci siano finti. Ne abbiamo anche riparlato in questi giorni in paese. Tra l’altro in quella zona ci furono, nell’autunno precedente, grossi lavori di movimento terra per alcuni interventi infrastrutturali di chi aveva acquistano le proprietà dette degli olandesi. Non è escluso che piogge e movimento terra abbiamo avuto un ruolo nel far affiorare i resti di Daniela».
Schippa non si sbilancia. Non dice che Daniela possa essere morta nel laghetto. Laghetto che non dista molto dalla struttura del Piccolo Carro e che da lì può essere raggiunto abbastanza facilmente. Può essere stata, quella verso il laghetto, una direttrice della fuga notturna di Daniela Sunjuan? Certo è che il mistero della ragazzina è tutta nei boschi di Bettona. E ora c’è chi dice di andare a vedere se possano esserci altri resti. Veramente, come ha ipotizzato anche mamma Anna, qualcuno può aver fatto del male a Daniela una volta fuggita? Oppure nella sua fuga è stata inghiottita dal bosco, è morta e gli animali selvatici hanno fatto scempio dei resti riemersi con piogge e lavori di movimento terra?
 
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